70 mld da gestire
PNRR“Per il mio ministero, entro lo scorso dicembre abbiamo distribuito il 98% dei 61,4 miliardi di nostra competenza alle stazioni appaltanti. Ora spetta ai soggetti attuatori, bandire una serie di appalti, cioè a Rete ferroviaria italiana per i progetti ferroviari, ai Comuni per quelli di riqualificazione urbana, alle autorità portuali per la modernizzazione dei porti, alle Regioni per l'acquisto di autobus e treni per i pendolari". Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista è entrato nel merito dell'azione di governo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, proprio all’indomani del punto chiesto dal premier Mario Draghi ai singoli responsabili dei dicasteri sullo stato di attuazione del PNRR per quanto di loro competenza.
Nuove regole per la Via
"Dopo la fase uno, più procedurale, la fase due è più concentrata sull'avvio degli investimenti, il che richiede anche un monitoraggio diverso, più rivolto alle stazioni appaltanti. Ci sono ritardi legati ad autorizzazioni Via, le valutazioni di impatto ambientale”, ha ammesso il ministro, aggiungendo però che “sono recuperabili. Da ottobre, infatti, la commissione ordinaria per queste autorizzazioni non segue più il criterio cronologico di presentazione delle richieste ma quello della priorità delle opere. Inoltre, è stata creata una commissione nazionale Via ad hoc per le opere del PNRR, anche questa presso il ministero della Transizione ecologica, potenziando organici e strutture rispetto alla commissione ordinaria. Questo nuovo organismo è però partito solo qualche settimana fa, con un certo ritardo, ma non tale da mettere a rischio gli impegni del 2022".
Nelle P.A. locali 70 mld da gestire
Sulla capacità delle regioni ed enti locali di gestire circa 70 dei 191,5 miliardi di euro del PNRR, Giovannini si è detto tranquillo. “Capisco lo scetticismo ma c'è una differenza fondamentale rispetto al passato. Prima, a causa delle restrizioni al bilancio pubblico, non si poteva spendere molto. E le risorse europee venivano assegnate prima di elaborare i progetti e quindi potevano rimanere anche inutilizzate. Col PNRR, invece, ogni investimento ha dietro un progetto, o nuovo o uno di quelli che erano rimasti nel cassetto per mancanza di fondi. C'è stata una selezione attenta e sono state stabilite scadenze precise”, dice il ministro.
Spazio alle assunzioni
Interpellato sulla carenza di lavoratori nel settore delle costruzioni, Giovannini rileva come il problema non riguardi solo gli operai ma anche gli ingegneri: "Bisogna agire su diversi fronti: offrire lavori dignitosi e di qualità a disoccupati e persone in cerca di lavoro; orientare verso il settore dei lavori pubblici il sistema della formazione; formare chi già opera nella pubblica amministrazione. Un aspetto, quest'ultimo, molto importante perché abbiamo bisogno non solo di nuovi progetti, ma anche di un nuovo modo di progettare nel senso della sostenibilità e quindi di capitale umano qualificato”.
La Posta del Sindaco
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