Il Piano Triennale punta su questa risorsa per modernizzare il settore pubblico
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Il Contesto
La nuova sfida per la Pubblica Amministrazione è di contribuire alla costruzione di un’economia basata sui dati, con l’individuazione di minimi comuni denominatori a livello semantico, ontologico e operativo.
È un processo che comporta l’apertura dei dati, la catalogazione di quelli di qualità e il controllo della loro esattezza anche per esigenze di sicurezza.
Nel tempo si sono susseguiti vari tentativi di regolare questa materia che tuttavia corre più veloce nell’evoluzione tecnologica rispetto all’individuazione di regole che servano per evitare un uso anomalo e alterato, potenzialmente orientativo della società.
Il Piano Triennale per l’informatica nella P.A. 2024-2026, pubblicato dall’AGID pochi giorni fa, mostra particolare attenzione a questa sfida di data governance e all’attuazione di linee di azione mirate alle varie peculiarità delle realtà locali, per le quali, ad esempio, comuni di piccole dimensioni (al di sotto di 5.000 abitanti) possono sfruttare meccanismi di sussidiarietà rispetto agli enti di più grandi proporzioni.
Il Piano Triennale si pone tre obiettivi principali su questo fronte:
Il Piano Triennale punta ad un uso responsabile ed etico dell’I.A. nella P.A.
L’Intelligenza Artificiale sembra essere la risposta cruciale per migliorare l’efficienza e l’efficacia, grazie alla capacità di analisi dei dati e di automazione dei processi, nella gestione e nell’erogazione dei servizi pubblici. Essa inoltre consente di ottimizzare le risorse umane soprattutto negli enti locali.
I pericoli da tenere sotto controllo sono individuati dall’AI Act dell’Unione Europea – l’Accordo che ha avuto l’ok della Commissione e del Consiglio europei sul primo Regolamento al mondo dell’IA e che dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo, nella seduta plenaria programmata per il 24 aprile. Essi sono la manipolazione cognitiva comportamentale, i sistemi di social scoring e i sistemi di identificazione biometrica, in tempo reale e a distanza. Sono fenomeni che possono produrre, soprattutto con l’IA generativa, lesioni di diritti fondamentali per cui occorre individuare requisiti minimi di trasparenza da parte della PA in modo da consentire agli utenti di assumere decisioni informate. Tutto ciò per favorire la creazione di un nuovo dialogo civico con i cittadini.
L’Agid, che si pone come presidio di vigilanza per l’uso responsabile ed etico di tali tecnologie, ha indicato la scadenza di dicembre 2024 per fornire le linee guida di adozione dell'intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione.
L’obiettivo è bandire gare e appalti per l’acquisto di 100 servizi di I.A. nel 2025 da aumentare a 300 nel 2026, per sviluppare 150 progetti di intelligenza artificiale negli enti pubblici nel 2025 da portare a 400 nei 12 mesi successivi. Si svilupperanno anche 50 progetti di applicazioni di I.A. nel 2025 da portare a 100 nel 2026.
Le potenzialità dell’IA
La nuova tecnologia può rivelarsi estremamente utile a modernizzare il settore pubblico. Essa infatti produce un sistema automatico per obiettivi specifici per il quale da imput ricevuti si generano “output come previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali”.
L’I.A. ha la capacità di:
L’IA per gli enti locali
Grazie al suo potenziale di analisi predittiva, l’intelligenza artificiale consente quindi di formulare strategie di azione politica per gli amministratori locali basate su dati anziché su semplici intuizioni. Ciò aiuta a migliorare e “innovare responsabilmente” l’efficientamento della pubblica amministrazione e servire al meglio i propri cittadini.
L’analisi dei dati in tempo reale, le piattaforme di accesso pubblico e le interfacce interattive possono dare ai cittadini una visione trasparente delle attività delle amministrazioni pubbliche, ad esempio attraverso la pubblicazione di report e statistiche accessibili in tempo reale.
Per un uso etico, la PA dovrebbe però garantire che ogni decisione presa attraverso sistemi di IA sia giustificata da una spiegazione comprensibile e tracciabile, per coinvolgere il cittadino in un processo trasparente e sicuro nel rispetto dei diritti democratici. In tal modo la governance dei dati assicura un governo del territorio più efficiente e responsabile.
Sotto il profilo pratico, L’IA può quindi:
Essa consente anche di adottare soluzioni valide di efficientamento, analizzando modelli di consumo per identificare perdite o inefficienze e ottimizzare le risorse.
Tutte queste applicazioni non solo rendono i servizi pubblici più efficienti e sostenibili, ma contribuiscono anche a una riduzione dei costi.
Le esperienze guida
Il Piano Triennale porta ad esempio, tra gli altri, l’esperienza Inps, che ha adottato un sistema di analisi e smistamento di una media di oltre 16mila messaggi pec in arrivo ogni giorno, prima catalogati manualmente, con un risparmio annuo di circa 40mila ore di lavoro. Inoltre, è in fase di rilascio la gestione ottimizzata delle richieste web rivolte al Customer Service di INPS, il quale riceve circa 2,5 milioni di richieste l’anno, per “indirizzare oltre un terzo delle richieste direttamente all’operatore di secondo livello, consentendo un notevole risparmio di lavoro umano da parte dell’operatore di primo livello”. Infine, sta promuovendo una soluzione IA generativa con l’Assistente virtuale per fornire una risposta puntuale al cittadino.
Altro esempio, è l’Istat che sta cercando di creare modelli di AI per formulare richieste effettuate con un linguaggio naturale. Ma il Piano Triennale ne riporta anche altri.
Modalità per usufruire dell’Intelligenza Artificiale generativa
Il Piano triennale Agid precisa che la modalità più consona per poter usufruire dell’IA generativa, che necessita di infrastrutture ad elevate prestazioni, è il ricorso a modelli basati su cloud purché si faccia particolare attenzione ad un controllo di trasparenza nell’utilizzazione e alla gestione dei dati sensibili.
Ne consegue che la garanzia di Data Center in Italia può fare la differenza.
Da ultimo, non sembra che i bandi PNRR siano focalizzati sull’incentivo all’I.A..
Nell’ambito delle risorse previste forse i Comuni potrebbero concepire una proposta di “smart city” incentrata su possibilità di interfacciamento tra cittadino e Amministrazione, anche utilizzando Assistenti Virtuali e sotto altri profili avvalersi dei bandi Cloud.
Articolo dell’Avv. Simonetta Cipriani
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