Approfondimento sulle modifiche al Codice dei Contratti previste dal “Dl Infrastrutture”
ANCI – 29 maggio 2025
Fondo di solidarietà comunale 2020
Servizi Comunali Trasferimenti erarialiApprofondimento di Matteo Barbero
Fondo di solidarietà comunale 2020
Matteo Barbero
La trattativa fra governo ed Anci sul fondo di solidarietà comunale 2020 potrebbe portare ai Comuni un regalo di Natale d 100 milioni. Si tratterebbe di un primo acconto degli oltre 560 milioni chiesti dai sindaci, anche mediante ricorsi al giudice amministrativo.
Nel mirino, in particolare, c'è il taglio previsto dall'art. 47 del dl 66/2014, che è (per così dire) «scaduto» con il 2018. Tale norma, al comma 8, dispone infatti testualmente che «i comuni assicurano un contributo alla finanza pubblica pari a 375,6 milioni di euro per l'anno 2014 e 563,4 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018. A tal fine, il fondo di solidarietà comunale è ridotto di 375,6 milioni di euro per l'anno 2014 e di 563,4 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018».
Tale decurtazione, quindi, non ha più ragione di essere applicata dal 2019, per cui il Fsc dovrebbe aumentare di pari importo (al netto di tutte rettifiche e gli aggiustamenti tecnici). Invece, lo scorso anno la torta è rimasta pressoché invariata, attestandosi intorno ai 6 miliardi.
Per capire l'impatto del mancato ristoro sui bilanci dei diversi municipi, è sufficiente dare un'occhiata al decreto del ministero dell'interno del 26 febbraio 2015 recante «determinazione del riparto del contributo alla finanza pubblica a carico dei comuni, pari complessivamente a 563,4 milioni di euro, per l'anno 2015». Tale provvedimento (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 9 marzo 2015) è quello che ha ripartito il taglio sui singoli comuni, in una misura confermata per le annualità successive.
Dai corposi allegati, saltano fuori numeri tutt'altro che trascurabili: limitandoci alle città più grandi, a Roma mancano 50.787.161,04 euro, che alla sindaca di Roma farebbero molto comodo. Il sindaco di Milano l'assegno salire di 19.855.990,93 euro, mentre il suo collega di Napoli potrebbe spendere 9.654.905,22 euro in più per Napoli. Ovviamente, lo stesso discorso vale per gli altri enti compresi negli elenchi, anche se per cifre più modeste, ma con un impatto finanziario spesso pari se non superiore a quello delle metropoli. Con maggiori risorse, anche la questione dei criteri di riparto potrebbe assumere un significato radicalmente diverso.
Al momento, il Governo ha aperto ad una prima restituzione di circa 100 milioni, che rappresenterebbe la prima rata di un piano pluriennale di rientro. Il calcolo di quanto questo varrebbe per ogni singolo ente è facilmente eseguibile in proporzione, ma le somme ovviamente potranno essere iscritte a bilancio solo quando la norma sarà nero su bianco.
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