Approfondimento di Matteo Barbero

Gli effetti del Covid 19 sui bilanci comunali: le entrate

Servizi Comunali Bilancio preventivo Entrate comunali
di Barbero Matteo
23 Aprile 2020

Approfondimento di Matteo Barbero                                                                                          

Gli effetti del Covid 19 sui bilanci comunali: le entrate

Matteo Barbero

Iniziamo a riflettere insieme in modo analitico in ordine all’impatto della crisi in corso sui bilanci dei comuni. Come già evidenziato nelle precedenti circolari, l’obiettivo prioritario in questa fase è quello di salvaguardare gli equilibri di bilancio, in attesa che prendano forma operativa i provvedimenti definiti a livello nazionale. Oggi ci concentriamo sulle entrate tributarie: in questo ambito è fondamentale individuare voce per voce gli effetti sia in termini di competenza che in termini di cassa. E’ necessario distinguere, infatti, i casi in cui non maturerà nemmeno il diritto di da quello in cui a saltare o ad essere differito sarà solo l’incasso. Vediamo le voci principali.

Imu.

In tal caso, l’accertamento avviene per cassa, per cui in questa fase, al di là di quelle che saranno le scelte politiche sulla sospensione o sul rinvio delle scadenze per il versamento dell’acconto e del saldo (fissate, come noto, al 16 giugno ed al 16 dicembre), occorrerà capire quanto la crisi impatterà sulla compliance dei contribuenti. Il calo, quindi, impatterà non solo in termini di cassa, ma anche in termini di competenza. Per ovviare a questo secondo problema, alcuni propongono il ricorso al c.d. accertamento convenzionale, che consentirebbe agli enti di contabilizzare un importo forfetario basato su stime di incasso. Tale meccanismo è già stato sperimentato in passato, con esiti non sempre incoraggianti perlopiù a causa dell’incertezza del processo di stima, che ha portato a cifre a volte molto lontane dalla realtà.

Addizionale Irpef.

Secondo i principi contabili, tale tributo viene accertato per un importo pari a quello dell’esercizio finanziario del secondo anno precedente e comunque non superiore alla somma degli incassi dell’anno precedente in c/residui e del secondo anno precedente in c/competenza, riferiti all’anno di imposta (ad esempio, nel 2020 le entrate sono accertate per un importo pari agli accertamenti del 2018 incassati in c/competenza nel 2018 e in c/residui nel 2019). In questo modo, però, l’entrata sarebbe sovrastimata e l’effetto in termini di cassa si avrebbe solo nel 2021. E’ quindi opportuno che l’accertamento sia effettuato sulla base di una stima prudenziale effettuata dall’ente mediante l’utilizzo  del simulatore fiscale disponibile sul portale del federalismo fiscale.

Tari

Qui il discorso si fa più complesso e diventa inevitabile ragionare congiuntamente anche sulla spesa. Il lock down ha provocato una riduzione dei rifiuti prodotti ( e raccolti) e una distribuzione diversa dei coefficienti di produzione (le utenze domestiche producono più rifiuti, le attività commerciali meno, alcune non ne producono ).  Ne consegue che occorre ragionare sui costi, rivedendo anche il corrispettivo dei contratti, riscrivere i coefficienti di riparto dei costi tra domestiche e non domestiche, rivedere l’indice di produzione all’interno delle non domestiche, aumentando quello dei supermercati e alimentari e abbassando quello di bar, ristoranti ecc.. Solo dopo si potrà ragionare di riduzioni di tariffa, come extrema ratio. L’art 107 comma 5, del D.L. 18/2020 consente ai comuni di confermare la tariffa 2019 e, quindi, di non approvare un PEF che, invece, andrà fatto più avanti entro fine anno ( con le regole Arera, magari modificate). Ma comunque serve un’analisi dei costi e la conseguente revisione dei parametri e coefficienti per la loro imputazione, oltre che riequilibrio delle condizioni contrattuali col gestore.

Tributi minori (Tosap, pubblicità e affissioni).

In questo ambito è possibile procedere a stime sia sulla perdita di competenza che sugli effetti di cassa, in base alle caratteristiche di ciascun ente.

21 aprile 2020

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