Approfondimento sulle modifiche al Codice dei Contratti previste dal “Dl Infrastrutture”
ANCI – 29 maggio 2025
Covid-19, pubblicato l’Avviso per il sostegno alle Case Rifugio e ai Centri Antiviolenza
Servizi Comunali Servizi alla personaApprofondimento di Amedeo Di Filippo
Covid-19, pubblicato l’Avviso per il sostegno alle Case Rifugio e ai Centri Antiviolenza
Amedeo Di Filippo
Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato l’Avviso per il finanziamento a livello nazionale di interventi urgenti per il sostegno alle misure adottate dalle Case rifugio (CR) e dai Centri Antiviolenza (CAV) in relazione all’emergenza sanitaria da Covid-19. I contributi finanziano gli interventi realizzati dal 1° febbraio al 31 luglio 2020, per un importo massimo di 15.000 euro per ciascuna CR e di 2.500 euro per ciascun CAV. Le domande possono essere presentate entro il prossimo 31 luglio.
Le finalità
Sostenere gli interventi posti in essere dalle CR e dai CAV per agevolare e rafforzare durante l’emergenza sanitaria, lo svolgimento delle attività di prevenzione e contrasto della violenza maschile sulle donne. È questo lo scopo dell’Avviso pubblicato dal Dipartimento per le pari opportunità, che mette a disposizione 5 milioni e mezzo di euro, di cui euro 4 e mezzo a favore delle CR e 1 milione per i CAV.
Le risorse sono destinate a finanziare misure indifferibili per assicurare alle donne che si rivolgono alle CR e ai CAV, nel periodo dell’emergenza sanitaria, l’accoglienza e i servizi necessari a garantire la tutela della salute loro, dei loro familiari e degli operatori e l’adozione dei protocolli di sicurezza previsti dall’emergenza sanitaria.
Le CR possono utilizzare il finanziamento, per importo massimo erogabile di 15mila euro, per interventi finalizzati all’accoglienza delle donne vittime di violenza e dei loro figli, interventi di sanificazione degli ambienti, acquisto di beni di prima necessità e di dispositivi di protezione individuale, adeguamento delle strutture per far fronte all’emergenza, soluzioni alloggiative per l’isolamento e la quarantena delle donne vittime di violenza, retribuzione del personale e/o di collaboratori impegnati nell’accoglienza, misure finalizzate ad assicurare un adeguato distanziamento sociale nella fruizione del servizio e a tutelare la salute degli operatori, spese per l’attivazione della polizza fideiussoria.
I CAV, per i quali è previsto un massimo erogabile di euro 2.500,00, possono utilizzare i finanziamenti per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, interventi di sanificazione degli ambienti, costi di gestione strettamente connessi all’operatività dei Centri durante il periodo di emergenza, misure finalizzate ad assicurare un adeguato distanziamento sociale nella fruizione dei servizi e a tutelare la salute degli operatori, spese per l’attivazione della polizza fideiussoria.
Destinatari e procedura
Possono accedere ai contributi le CR e i CAV che risultino riconosciuti dalle Regioni nelle quali svolgono la loro attività. Tali soggetti possono presentare, entro il 31 luglio, la domanda al Dipartimento per le pari opportunità utilizzando esclusivamente i format allegati all’Avviso, allegando lo Statuto e/o l’Atto costitutivo nonché l’atto di nomina del legale rappresentante.
Le domande saranno esaminate seguendo l’ordine cronologico di arrivo, ai fini del riscontro della regolarità formale e della accoglibilità, entro 30 giorni dalla data di ricezione. I contributi saranno erogati in due tranche: la prima, pari all’80% dell’ammontare complessivo concesso, ad avvenuta restituzione dell’atto di concessione controfirmato, previa presentazione di apposita fideiussione bancaria o polizza fideiussoria; il restante 20% a saldo, previa presentazione di apposita richiesta corredata dalla rendicontazione complessiva delle spese sostenute e da copia della documentazione delle spese effettivamente sostenute e quietanzate.
La documentazione relativa all’Avviso è reperibile al seguente link:
Le indicazioni operative
Sempre a proposito di CR e CVA, il Dipartimento per le Pari Opportunità ha predisposto e condiviso col Ministero dell’Interno le indicazioni operative per l’interlocuzione con le Prefetture. Il documento, dal titolo “Indicazioni per le strutture ed i servizi di prevenzione e contrasto alla violenza (Case Rifugio)” (file allegato), prende a riferimento le circolari n. 15350/117(2) del 21 marzo e del 20 aprile con cui il Viminale ha fornito indicazioni ai Prefetti in merito all’accoglienza da riservare alle donne vittime di violenza, a seguito delle misure restrittive di carattere sanitario, che vengono ad incidere sull’operatività delle CR.
Dopo aver raccomandato di assicurare alle donne accolte le prestazioni essenziali, nel rispetto delle norme di sicurezza previste per il contenimento del contagio, il Dipartimento avverte che, qualora non sia stato disposto l’allontanamento dell’uomo maltrattante e si renda urgente la messa in sicurezza delle donne, le CR devono attivarsi per trovare soluzioni di accoglienza della durata di almeno 14 giorni. In caso di difficoltà, i Prefetti, anche col coinvolgimento dei Sindaci e degli enti e delle associazioni del settore, verificano la possibilità di reperire alloggi ulteriori rispetto a quelli disponibili anche tramite requisizioni in uso.
Presso le Prefetture deve essere inoltre attivato un “Punto di contatto” o individuato un referente al quale i responsabili delle strutture dedicate ad offrire ospitalità alle vittime di violenza possono rivolgersi sia per segnalare eventuali criticità riscontrate nell’accoglienza, sia per agevolare la concreta fruibilità di nuove sistemazioni alloggiative.
A proposito del numero verde antiviolenza 1522, l’Istat ha appena pubblicato un report (file allegato) in cui mostra che durante il lockdown le telefonate sono state 5.031, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%). Tale incremento, si legge, non è attribuibile necessariamente a maggiore violenza ma alle campagne di sensibilizzazione che hanno fatto sentire le donne meno sole. Le chiamate motivate da una richiesta di aiuto per violenza subita ammontano a 1.543, ma si chiama anche per avere informazioni sul servizio 1522 (28,3%), o per manifestare altre situazioni di disagio diverse dalla violenza (17,1%). Il 45,3% delle vittime ha paura per la propria incolumità o di morire; il 72,8% non denuncia il reato subito. Nel 93,4% dei casi la violenza si consuma tra le mura domestiche, nel 64,1% si riportano anche casi di violenza assistita.
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