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Agenda della semplificazione 2020-2023: la road map
Servizi Comunali SemplificazioneApprofondimento di Michele Deodati
Agenda della semplificazione 2020-2023: la road map
Michele Deodati
Agenda della semplificazione 2020-2023
Entro il 30 settembre 2020, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, approva l'Agenda per la semplificazione per il periodo 2020-2023, concernente le linee di indirizzo e il programma di interventi di semplificazione per la ripresa a seguito dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, condivisi tra Stato, regioni, province autonome e autonomie locali e il cronoprogramma per la loro attuazione. I lavori dell’Agenda della semplificazione partono da lontano, e la norma dispone anche che la versione 2020-2023 dovrà anche preoccuparsi, mediante specifici accordi, di coordinare il lavoro degli enti per la realizzazione degli obiettivi introdotti dal D.L. n. 5/2012, convertito nella legge n. 35/2012. Per lo sviluppo di tali accordi è istituito un apposito comitato interistituzionale e sono individuate le forme di consultazione dei cittadini, delle imprese e delle loro associazioni. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione illustra alla Commissione parlamentare per la semplificazione i contenuti dell'Agenda per la semplificazione entro quarantacinque giorni dalla sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri e riferisce sul relativo stato di attuazione entro il 30 aprile di ciascun anno.
Gli adempimenti connessi all’Agenda della semplificazione 2020-2023: la road map
Il decreto semplificazioni introduce una road map delle attività da compiere per l’attuazione degli obiettivi connessi alla nuova Agenda. In realtà, il lavoro sulla definizione dei regimi amministrativi è stato avviato in occasione delle precedenti Agende della semplificazione, producendo, da ultimo, la Tabella A del D.Lgs. n. 222/2016 (Scia2). Tuttavia, nonostante siano state approvati altri modelli unificati, il lavoro sulla semplificazione del regimi amministrativi si era fermato, e adesso il Legislatore intende proseguirlo in vista del suo completamento. Per la verità, va anche riconosciuto che il lavoro dello Scia2 si è concretizzato nella compilazione di una tabella e nella relativa messa a sistema dei regimi amministrativi preesistenti, senza particolari innovazioni nella sostanza. Entro centocinquanta giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, lo Stato, le Regioni e le autonomie locali, sentite le associazioni imprenditoriali, completano la ricognizione dei procedimenti amministrativi al fine di individuare:
a) le attività soggette ad autorizzazione, giustificate da motivi imperativi di interesse generale e le attività soggette ai regimi giuridici di cui agli articoli 19, 19-bis e 20 della legge 7 agosto 1990, n. 241, ovvero al mero obbligo di comunicazione;
b) i provvedimenti autorizzatori, gli adempimenti e le misure incidenti sulla libertà di iniziativa economica ritenuti non indispensabili, fatti salvi quelli imposti dalla normativa dell'Unione europea e quelli posti a tutela di princìpi e interessi costituzionalmente rilevanti;
c) i procedimenti da semplificare;
d) le discipline e i tempi uniformi per tipologie omogenee di procedimenti;
e) i procedimenti per i quali l'autorità competente può adottare un'autorizzazione generale;
f) i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l'adeguamento alla normativa dell'Unione europea.
Gli esiti della ricognizione sono trasmessi al Presidente del Consiglio di ministri e al Ministro per la pubblica amministrazione, alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, all'Unione delle province italiane e all'Associazione nazionale dei comuni italiani.
Estensione totale per la modulistica unificata standard
È inoltre importante notare come dalla disciplina che stabilisce l’iter per la creazione della modulistica unificata, prevista ai commi 3 e 4 del D.L. n. 90/2014, sia stato eliminato il riferimento alle sole materie dell’edilizia e delle attività produttive, con la conseguenza che la creazione di moduli unificati standard potrà riguardare qualsiasi funzione o attività curata dalla amministrazioni pubbliche.
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