Approfondimento di Pietro Alessio Palumbo

Concorsi: il Piano anticorruzione deve contenere precise regole per l’anonimato

Servizi Comunali Procedure selettive
di Palumbo Pietro Alessio
04 Settembre 2020

Approfondimento di Pietro Alessio Palumbo                                                                                     

Concorsi: il Piano anticorruzione deve contenere precise regole per l’anonimato

Pietro Alessio Palumbo

 

Tutte le pubbliche amministrazioni, Comuni compresi, devono introdurre nel proprio Piano triennale anticorruzione, un’apposita regolamentazione dello svolgimento delle fasi delle procedure di reclutamento del personale, con particolare attenzione – si badi - all’applicabilità della regola dell’anonimato alla correzione degli elaborati, avuto riguardo alle specifiche modalità della prova ed al margine di discrezionalità di cui dispone la Commissione.

La gestione dell’anonimato

Nella vicenda trattata della recente Delibera n.592/2020 l’Autorità anticorruzione pone un punto fermo sulla redazione e aggiornamento dei PTPCT traendo l’occasione da una segnalazione relativa a presunte irregolarità verificatesi nel corso dello svolgimento della prova scritta della selezione pubblica per il reclutamento di agenti di polizia municipale con contratto a tempo determinato indetta da un Comune.

Segnatamente i candidati, su richiesta della Commissione, avrebbero apposto il proprio nome e cognome sui fogli consegnati per lo svolgimento della prova, mettendo quindi a conoscenza della propria identità i membri della Commissione all’atto della correzione.

Nella relazione il Responsabile anticorruzione, pur condividendo l’assunto secondo cui la violazione del principio di anonimato delle prove scritte produce un’illegittimità rilevante ed insanabile dell’intera procedura comparativa, ha ritenuto di non
adottare iniziative poiché non era stato proposto ricorso da alcuno degli interessati; dal che deduceva che l’illegittimità del concorso sarebbe stata al riparo da una sentenza di annullamento.

L’ANAC ha quindi effettuato l’analisi del Piano anticorruzione del Comune rilevando che l’area relativa al reclutamento del personale è stata qualificata dall’Amministrazione come ad elevato livello di esposizione al rischio corruttivo, per il pericolo di alterazione degli esiti delle procedure selettive.  

I consiglieri di minoranza del predetto Comune segnalavano al Segretario generale la possibile illegittimità della procedura concorsuale, per mancato rispetto della regola dell’anonimato nella correzione delle prove.

Il Segretario generale chiedeva quindi chiarimenti sui fatti segnalati al Presidente della commissione, il quale riscontrava la richiesta rilevando che a suo parere l’apposizione, da parte dei candidati, del proprio nome e cognome sui fogli delle prove concorsuali non avrebbe inficiato la correzione poiché, trattandosi di domande a risposta multipla, la commissione non disponeva di alcun margine di discrezionalità valutativa.

Il ruolo del Responsabile anticorruzione

La Legge anticorruzione del 2012 attribuisce al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza il compito di segnalare all'organo di indirizzo ed all'organismo indipendente di valutazione, le disfunzioni inerenti all'attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, indicando
agli uffici competenti all'esercizio dell'azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza.

Ebbene la medesima legge rileva che il Responsabile anticorruzione è chiamato a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Piano anticorruzione, proponendo le opportune modifiche quando siano accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano mutamenti dell’organizzazione o dell’attività dell’amministrazione.
In proposito l’Autorità anticorruzione ha chiarito che il cardine dei poteri del Responsabile anticorruzione è centrato proprio sul “prevenire la corruzione”, in altre parole, sulla adeguata predisposizione degli strumenti interni all’ente – Piano anticorruzione e relative misure di prevenzione, ivi compresa la trasparenza - per il contrasto dell’insorgenza di fenomeni corruttivi, intesi in senso “esteso”, e sulla verifica che ad essi sia stata data attuazione effettiva, nonché sulla garanzia che i poteri di controllo e di verifica di quanto avviene nell’amministrazione siano funzionali a tale obiettivo.

Nell’esercizio delle proprie funzioni, pur non potendo svolgere controlli di legittimità e di merito su atti e provvedimenti adottati dall’amministrazione, né esprimersi sulla regolarità tecnica o contabile di tali atti, per non sconfinare nella competenza di altri organi o enti all’interno o all’esterno dell’amministrazione come magistrature ordinaria o contabile, il Responsabile anticorruzione è comunque tenuto, in caso di mancata attuazione delle misure, a riferire ad altri soggetti per l’adozione delle iniziative conseguenti di loro competenza.

Deriva che qualora dall’esame condotto emergano elementi utili a configurare fattispecie suscettibili di dar luogo a responsabilità amministrativa, il Responsabile anticorruzione è tenuto a presentare tempestiva denuncia alla competente procura della Corte dei conti per le eventuali iniziative in ordine all'accertamento del danno erariale.

Ove rilevi poi fatti che rappresentano notizia di reato, deve presentare denuncia alla procura della Repubblica o ad un ufficiale di polizia giudiziaria con le modalità previste dalla legge.

Il Responsabile anticorruzione ha inoltre il dovere di segnalare all’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari i nominativi dei dipendenti che non abbiano dato attuazione alle misure, nonché di rendere note all’organo di indirizzo politico ed all’Organismo indipendente di valutazione le disfunzioni accertate.

Le raccomandazioni ANAC

Nel caso di specie il Piano anticorruzione del Comune qualifica l’area relativa al reclutamento del personale come ad elevato livello di esposizione al rischio corruttivo, per il pericolo di alterazione degli esiti delle procedure selettive.

Il Piano in questione prevede un obbligo di segnalazione di possibili anomalie delle procedure concorsuali al Responsabile della Prevenzione della Corruzione.

Il RPCT, in attuazione delle disposizioni contenute nel PTPCT, ha dato quindi riscontro alla segnalazione dei consiglieri di minoranza del citato comune, rappresentando al Presidente della Commissione di concorso le perplessità evidenziate sulle modalità di svolgimento delle prove selettive, con particolare riguardo alla mancata applicazione della regola dell’anonimato.

Ebbene per l’ANAC non si ravvisano nella condotta tenuta dal RPCT in questione, i presupposti per la configurazione di una responsabilità dirigenziale o disciplinare, poiché l’area di rischio in cui si sono verificati i fatti denunciati è stata inserita nel PTPCT e presidiata con apposite misure di prevenzione, sulla cui attuazione il RPCT ha invero vigilato, riscontrando la segnalazione ricevuta ed attivando le opportune verifiche.

Tuttavia a ben vedere, la questione avrebbe dovuto essere portata all’attenzione dell’organo di indirizzo politico - Sindaco, e Giunta - e del Responsabile preposto alla gestione delle procedure di reclutamento del personale.

Si badi che secondo la giurisprudenza del Consiglio di Stato, la regola dell’anonimato degli elaborati delle prove scritte costituisce il diretto portato dei principi costituzionali di uguaglianza, buon andamento ed imparzialità dell’azione amministrativa: la pubblica amministrazione deve operare le proprie valutazioni senza lasciare alcuno spazio a rischi di condizionamenti esterni, garantendo la par condicio fra i candidati.

A tal riguardo, è quindi opportuno che il Comune predisponga misure di prevenzione della corruzione stringenti, volte a regolamentare le fasi di svolgimento delle procedure selettive, con particolare attenzione all’assoluta necessità di mantenere l’anonimato degli elaborati concernenti le prove scritte, fino all’avvenuta correzione degli stessi.

4 settembre 2020

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