Accensione mutuo

Risposta al quesito del Dott. Marco Allegretti

Quesiti
di Allegretti Marco
20 Ottobre 2020

Il comune ha intenzione di assumere un mutuo con la cassa depositi e prestiti, trattasi di mutuo ordinario a tasso fisso per n. 29 anni per la manutenzione straordinaria-ripristino di n. 3 strade collinari. Il comune rispetta il limite indebitamento nella percentuale del 10 per cento.

L’importo del mutuo che verra’ acceso presso la Cassa DD.PP. sara’ di euro 400.000,00, pertanto nella contabilita’ l’ufficio ragioneria si trova un accertamento di 400.000,00 al titolo 6’ dell’entrata e l’impegno per lo stesso importo al titolo secondo della spesa.

Nel mese di novembre l’ufficio tecnico redige il primo stato avanzamento lavori per la somma di euro 100.000,00 , a seguito presentazione della documentazione la Cassa eroga la prima rata del mutuo richiesto dal comune, a dicembre i lavori non vengono espletati quindi la differenza di euro 300.000,00 non è esigibile al 31.12.2020, quindi il cronoprogramma si protrae al 2021, quindi io mi ritrovo con un accertamento di euro 300.000,00 (TIT.6’Entrata) non incassato e un impegno di euro 300.000,00 (TIT.2’Spesa) non pagato.

Arrivata a questo punto devo trasferire gli importi sull’anno 2021 quindi la mia domanda è dovendo spostare il cronoprogramma dell’opera (affidata alla ditta già nel 2020 per euro 400.000,00) sul 2021 della somma impegnata e non pagata per euro 300.000,00(in quanto non esigibile al 31.12.2020) al titolo secondo della spesa, e finanziato con accertamento per lo stesso importo nel 2020 come mutuo al titolo sesto dell’entrata non incassato, DOMANDA : sposto automaticamente entrata/uscita come faccio quando mi ritrovo con delle opere finanziate con contributi regionali per somme non incassate e non esigibili nella spesa a fine esercizio??

L’FPV in questo caso non esiste??

Il mio equilibrio trattandosi di indebitamento non mi comporta degli squilibri al bilancio?

Risposta

Quanto all’accensione di mutui è opportuno ricordare prioritariamente quanto indicato dal principio contabile applicato 4/2: 

3.17 Nel corso della gestione particolare attenzione deve essere dedicata alle scelte di indebitamento che vanno attentamente valutate nella loro portata e nei riflessi che provocano nella gestione dell'anno in corso e degli anni successivi, in riferimento al costante mantenimento degli equilibri economico-finanziari nel tempo. Nella gestione delle spese d'investimento, il ricorso all'indebitamento per il finanziamento degli interventi programmati si realizza se non sono presenti risorse finanziarie alternative che non determinino oneri indotti per il bilancio dell'ente. A questo fine, occorre operare un'attenta e costante valutazione preventiva prima di ricorrere all'indebitamento.

Per mantenere il controllo dell'indebitamento netto dell'ente e per raggiungere al meglio gli obiettivi di finanza pubblica, è opportuno il ricorso a forme flessibili di indebitamento quali le aperture di credito e altre disponibili per l'ente, per garantire l'inerenza e la corrispondenza tra flussi di risorse acquisite con il ricorso all'indebitamento e fabbisogni di spesa d'investimento. Ciò favorisce una migliore programmazione pluriennale delle opere pubbliche e della spesa d'investimento finanziata con l'indebitamento e un andamento sostenibile del medesimo, sia in termini di indebitamento netto annuale, sia di ammontare complessivo del debito in ammortamento (stock di debito), sempre nella garanzia della integrale copertura finanziaria degli interventi programmati e realizzati.

Ai fini del mantenimento dell’equilibrio patrimoniale, è opportuno commisurare il periodo di ammortamento dell’indebitamento al presumibile periodo nel quale gli investimenti correlati potranno produrre la loro utilità. 

Qualora il mutuo acceso sia un mutuo tradizionale CDP, risulta necessario procedere con le scritture prescritte dal principio contabile applicato 4/2 all’esempio 8: 

Esempio 8) - Scritture riguardanti un prestito ordinario della Cassa depositi e prestiti Spa

In data 15\07\2013 un comune stipula un contratto di prestito ordinario con la Cassa depositi e prestiti per euro 1.000.000. L’erogazione del prestito avviene in una o più soluzioni, a partire dalla data di perfezionamento del contratto, sulla base della richiesta dell’ente beneficiario dalla quale risultino analiticamente la natura e gli importi delle spese sostenute. Sulla quota del prestito non erogata la Cassa depositi e prestiti  spa  riconosce all’ente una somma, corrisposta con cadenza semestrale, calcolata sulla base dell’importo non erogato e di un tasso di interesse opportunamente disciplinato.

All’esempio si applicano i principi applicati della contabilità finanziaria 3.18, 3.20, 3.21 e 5.6:

Si richiama, in particolare, l’applicazione del principio  3.18: “Un’entrata derivante dall’assunzione di prestiti è accertata nel momento in cui è stipulato il contratto di mutuo……. … Nei casi in cui la Cassa Depositi e Prestiti (o altro istituto finanziatore), rende immediatamente disponibili le somme oggetto del finanziamento in un apposito conto intestato all’ente, le stesse si intendono immediatamente esigibili (e danno luogo a interessi attivi) e devono essere accertate e riscosse. Pertanto, anche in tali casi, l’entrata è interamente accertata e imputata nell’esercizio in cui le somme sono rese disponibili.  A fronte dell’indicato accertamento, l’ente registra, tra le spese, l’impegno ed il pagamento riguardanti il versamento dei proventi del prestito al deposito presso la Cassa Depositi e Prestiti. Il mandato emesso per la costituzione del deposito bancario è versato in quietanza di entrata nel bilancio dell’ente, consentendo la rilevazione contabile dell’incasso derivante dal prestito. A fronte dell’impegno per la costituzione del deposito bancario, si rileva, imputandolo sempre al medesimo esercizio, l’accertamento delle somme destinate ad essere prelevate dal conto di deposito”.

In contabilità finanziaria il 16\07\2013 vengono prodotte le seguenti scritture

        1. Accertamento con imputazione all’esercizio 2013 e emissione della relativa reversale per euro 1.000.000  a medio lungo termine da Cassa Depositi e Prestiti – SPA);
        2. Impegno con imputazione all’esercizio 2013, e relativa e liquidazione e emissione del mandato,  per euro 1.000.000, riguardante la costituzione del deposito bancario al codice voce U.3.04.07.01.000  (Versamenti a depositi bancari). Il mandato è  versato in quietanza di entrata nel bilancio dell’ente, ai fini della reversale di cui al punto 1);
        3. Accertamento con imputazione all’esercizio 2013, per euro 1.000.000,  delle somme destinate ad essere prelevate dal conto di deposito al codice E.5.04.07.01.000 (Prelievi da depositi bancari);
        4. Impegno, con imputazione agli esercizi successivi, delle spese relative all’ammortamento del prestito, sulla base del piano di ammortamento previsto nel contratto con la Cassa depositi e prestiti spa, ai codici U.1.07.05.04.003 “Interessi passivi a Cassa Depositi e Prestiti SPA su mutui e altri finanziamenti a medio lungo termine” e U.4.03.01.04.003 “Rimborso Mutui e altri finanziamenti a medio lungo termine a Cassa Depositi e Prestiti – SPA”..

Naturalmente, gli enti hanno la facoltà di istituire più unità elementari di bilancio, codificate U.3.04.07.01.000  (Versamenti a depositi bancari), e E.5.04.07.01.000 (Prelievi da depositi bancari), intestate ai distinti conti di depositi
A seguito delle singole quote di erogazione del prestito, saranno emesse le reversali riguardanti l’accertamento di cui al punto 3).
Per le scritture in contabilità economico-patrimoniale, si rinvia all’esempio n. 8 del principio applicato di cui all’allegato n. 4/3.
In questo caso, di fatto, rimarrebbe aperto un residuo passivo di entrata al titolo 5 (su cui incassare le erogazioni future di CDP) e si creerebbe FPV per reimputare la spesa.
 
Diverso è il caso delle “aperture di credito” (sarebbe il caso ad esempio del mutuo flessibile CDP) che si consolidano in mutui passivi a seguito dell’effettiva necessità di liquidità per la realizzazione di investimenti; in tal caso infatti l’accertamento viene disposto, dal responsabile del contratto di prestito, sulla base degli effettivi utilizzi dell’apertura di credito (erogato). L’utilizzo dell’apertura di credito è effettuato sulla base delle necessità finanziarie dei correlati impegni di spesa nell’esercizio. Gli importi dei singoli accertamenti ed i relativi esercizi di imputazione dell’entrata corrispondono a quelli degli impegni effettuati per la corrispondente spesa di investimento, sulla base del cronoprogramma di spesa.
Solo in questo caso si sposterebbe sia entrata che uscita senza creare FPV.
 
Quanto agli equilibri di bilancio, la gestione dei mutui come sopra indicato non crea alcun “squilibrio”.
 Dopo l’intervento chiarificatore della Circolare RGS n. 5/2020, neanche i vincoli di finanza pubblica paiono più determinare problemi. Nonostante l’intervento della Corte dei Conti Sezioni Unite con il parere 20/SSRRCO/QMIG/2019, viene infatti chiarito che la legge 243/2012 va gestita a livello di comparto, pertanto ogni ente deve preoccuparsi solo di rispettare i vincoli dettati dall’art. 1 commi 819 e seguenti della legge 145/2018: se i saldi non dovesse reggere a livello di comparto, la RGS darà indicazioni alle regioni per i propri enti, o in sede di previsione o a consuntivo se si dovesse registrare un scostamento, per il recupero di quest’ultimo.

16 ottobre 2020                   Marco Allegretti                  

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