Inserimento nel bilancio 2021 di quota compresa negli accantonamenti 2020

Preliminarmente si evidenzia che l’importo accantonato nel 2020 e la quota di avanzo vincolato derivante alla chiusura dell'esercizio dal "Fondone" sono importi diversi: il primo rappresenta la quota delle risorse assegnate che non è stata utilizzata nel corso del 2020 mediante atti di variazione di bilancio (per finanziare nuove o maggiori spese o per compensare minori entrate), la seconda invece rappresenta la differenza tra le risorse assegnate ed accertate in entrata (il "Fondone") ed il complessivo fabbisogno dell’Ente necessario  per assicurare la copertura delle minori entrate, al netto delle minori spese, e delle maggiori spese.

Detto fabbisogno sarà certificato entro il 31 maggio 2021, e conseguentemente la quota da portare in avanzo può al momento essere solamente stimata mediante una simulazione della certificazione, salvo adottare le necessarie misure correttive allorché detti importi saranno definitivamente verificati.

Tanto premesso - e ribadito che non è l'importo accantonato nel 2020 che deve essere riportato come avanzo vincolato presunto nel bilancio del 2021 - la iscrizione della quota di avanzo presunto derivante da fondi vincolati, come sono le risorse del "Fondone", potrà essere disposta nel corso dell'esercizio provvisorio mediante deliberazione della giunta (articolo 175, comma 5-bis, lettera a, del TUEL) sulla base di una relazione documentata del dirigente competente (art. 187, comma 3) e previa approvazione sia del prospetto del risultato di amministrazione presunto (art. 187, comma 3-quinquies) che dell'allegato a/2 concernente l'elenco analitico delle risorse vincolate (paragrafo 9.7.2 del principio contabile applicato n. 4/1).

Relativamente alla compilazione di quest'ultimo allegato, mentre nella colonna b) andrà indicato l'importo accertato delle risorse assegnate (il "Fondone"), nella colonna c) - destinata agli impegni presunti assunti nell'esercizio 2020 finanziati da entrate vincolate - andrà indicato il fabbisogno complessivo, e cioè l'importo del loro presunto utilizzo (maggiori spese e minori entrate al netto delle minori spese) che l'Ente prevede di certificare, mentre la nota integrativa conterrà un rinvio alla certificazione prevista dall'articolo 39, comma 2, del d. l. n. 104/2020: in questo senso si è espressa la Commissione Arconet con la FAQ n. 43 del 17 dicembre 2020.

Si precisa inoltre che l'importo da indicare nella citata colonna c) (il fabbisogno complessivo) potrà non coincidere con l'importo della certificazione, in quanto l'importo finale della medesima dovrà essere "depurato" delle partite relative alle minori entrate, ricomprese nel modello di certificazione, che sono state finanziate da specifici trasferimenti di ristoro, e che troveranno separata allocazione nelle restanti righe del prospetto a/2 dedicate a ciascuna singola entrata vincolata.

Per quanto concerne infine la richiesta relativa alla indicazione della "posta a sé stante" di cui all'articolo 187, comma 3, la stessa è riferita alla voce "Utilizzo avanzo di amministrazione" che nel bilancio è prevista prima di tutte le voci di entrata; a fronte di tale posta di entrata nel bilancio 2021 dovranno essere istituiti i capitoli concernenti le spese che si intendono finanziare con l'avanzo così iscritto.

19 gennaio 2021           Ennio Braccioni