Convenzione per gestione associata di un complesso turistico

Nel disegnare forme di collaborazione tra Enti locali, il legislatore ha individuato nella convenzione la forma più flessibile di accordi tra pubbliche amministrazioni. In tal senso, dunque, la convenzione è una forma di partenariato debole rispetto a quella forte di un’unione di comuni che, come noto, ai sensi dell’art 32 comma 1 del TUEL, è definita come ente locale e, in quanto tale, detentore di un raggio di azione gestionale di più ampio respiro, ivi inclusi gli obblighi e le potenzialità offerte dall’applicazione di tutte le norme che fanno riferimento esplicito agli enti locali.

Si ricordi, poi, che la convenzione è volta ad una gestione coordinata delle risorse ai fini del miglioramento delle prestazioni, di economie di scala, e di ricerca di soluzioni efficienti e razionali all’erogazione di servizi ed è caratterizzata dalla sua limitatezza negli scopi e nel tempo e dalla necessità di dimostrare il conseguimento di significativi livelli di efficacia ed efficienza.

Tanto premesso, in relazione al quesito proposto e nei limiti degli elementi forniti la risposta appare univoca. Infatti, che si chiami proroga o nuova convenzione (soluzione preferibile), per le convenzioni fra Enti pubblici non vi sono particolari divieti o limiti.

L’elemento indispensabile su cui però appare necessario soffermarsi è la motivazione la cui stesura andrà garantita con cura e cautela, soprattutto con riferimento alla chiusura per lavori del complesso turistico.

Ovviamente, la proroga sarà alle condizioni già previste dalla precedente convenzione e la nuova convenzione sarà per riconferma della volontà di esercizio associato delle funzioni/servizi di interesse.

12 maggio 2021            Elena Conte