Entrate vincolate per cassa

Relativamente alle entrate vincolate (entrate che sono caratterizzate da un utilizzo limitato a finalità predeterminate) occorre distinguere due fattispecie diverse:

- il vincolo di competenza, relativo ad entrate aventi una generica destinazione ad una categoria di spese. Trattasi di entrate destinate a finanziare un insieme di possibili destinazioni, la cui scelta è rimessa alla discrezionalità dell’ente: a titolo di esempio, è da riconoscere un vincolo di competenza ai proventi dei titoli abilitativi edilizi (vedasi FAQ n. 28 di Arconet) nonché alle risorse assegnate agli enti con il cosiddetto "Fondone" (art. 106 del d.l. n. 34/2020, come rifinanziato dall’art. 39 del d.l. n. 104/2020, e comma 822 dell’art. 1 della legge di bilancio per il 2021);

- il vincolo di cassa, che è aggiuntivo rispetto al vincolo di competenza e che sussiste solamente nel caso in cui le entrate abbiano un vincolo specifico, e non generico, di destinazione (si veda al riguardo l'art. 195 del TUEL, i paragrafi 9.2.8 e 9.2.9 del principio contabile applicato n. 4/2, la deliberazione della Corte dei Conti Sez. Autonomie n. 31/2015) e per le quali la riscossione precede necessariamente il pagamento: in tali ipotesi è da escludere qualsiasi scelta da parte dell'ente in ordine alla spesa (come ad esempio nel caso dei mutui).

Al fine di stabilire la sussistenza del vincolo di cassa occorre quindi prendere in esame le norme - ovvero gli atti amministrativi - che assegnano agli Enti un'entrata caratterizzata da un vincolo di competenza, vincolo quest'ultimo da ritenere sussistente per i contributi indicati nel quesito: per quanto concerne il vincolo di cassa lo stesso potrà ritenersi sussistente solamente nel caso in cui le fonti che disciplinano ciascun singolo contributo prevedano un vincolo specifico in ordine alla corrispondente utilizzazione da parte del comune.

27 settembre 2021        Ennio Braccioni 

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