PNRR - I Borghi chiedono di rivedere i criteri

Risorse troppo concentrate sui progetti pilota

Servizi Comunali Bandi gare e contratti
di La Posta del Sindaco
15 Febbraio 2022

Non concentrare parte significativa delle risorse PNRR su pochi Borghi, uno per regione. Lo chiedono le associazioni che costituiscono la piattaforma dei Borghi (Borghi più belli d'Italia, Legambiente, Unione Nazionale Pro Loco d'Italia e Touring Club Italiano). In particolare, le organizzazioni manifestano perplessità sulla circostanza che quasi la metà delle risorse (420 mln di euro) sia investita nella linea "A" che finanzia 21 progetti ed in particolare attribuisce a un solo progetto pilota proposto da ciascun Regione fino a 20 milioni di euro. Questa linea - affermano - rischia di non premiare la qualità delle proposte, la capacità di coinvolgimento delle comunità e dei soggetti che lavorano sul territorio e le concrete ricadute occupazionali sul lungo periodo, innescando vere e proprie azioni di disuguaglianza che in considerazione dei criteri discriminatori, in alcuni casi utilizzati, stanno suscitando la rivolta dei territori. Di contro, il bando sulla linea B mette a disposizione 580 mln di euro, di cui 380 milioni di euro per i Progetti locali di rigenerazione culturale presentati dai Comuni e 200 milioni di euro quale regime d'aiuto, attivato attraverso una procedura centralizzata di responsabilità del Ministero della Cultura, a favore delle micro, piccole e medie imprese localizzate o che intendono insediarsi nei borghi che saranno selezionati.

Rischio guerra tra territori
"Il bando sui fondi del PNRR destinati ai piccoli borghi, così come è stato impostato, rischia di trasformarsi in una 'guerra' tra i territori, in cui le Regioni - a fronte di numerose richieste non potranno soddisfare se non un esiguo numero di Comuni beneficiari dei fondi. Il 50% delle risorse, infatti, andranno soltanto a 21 borghi, uno per ogni regione. Chiediamo al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, di tenere conto delle indicazioni che arrivano dalle associazioni che costituiscono la 'piattaforma' dei Borghi (Unpli - Unione nazionale delle Proloco d'Italia, Touring Club Italia, Legambiente e Borghi più belli d'Italia", commenta il senatore Udc, Antonio De Poli. "Il nostro Paese gode della meraviglia di Borghi antichi che meritano di essere valorizzati", continua De Poli che, a Palazzo Madama, lo scorso ottobre, ha promosso insieme alle associazioni in questione un protocollo di intesa per la valorizzazione dei borghi storici. "Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono oltre 6,6 miliardi destinati al turismo e alla cultura. Di questi, 1 miliardo di euro andranno al Piano nazionale Borghi. Abbiamo il dovere di utilizzare bene le risorse del Recovery: mettiamo al centro i nostri territori".

La linea B la vera opportunità
Per le associazioni “proprio la linea B può rappresentare una grande opportunità di rigenerazione culturale e innovazione urbana diffusa, anche se limitata ad almeno 229 piccoli comuni, creando una fortissima competizione sui territori; le stesse Regioni sanno già che a fronte delle numerose richieste potranno soddisfare un esiguo numero di Comuni beneficiari dei fondi (i progetti potranno impegnare fino a circa 1,65 milioni di euro a borgo, arrivando anche fino a 2,53 milioni di euro, comprendendo anche il successivo bando della componente dedicata alle imprese localizzate)”. Le associazioni ribadiscono il pieno apprezzamento dell'impegno del ministro Dario Franceschini che ha consentito di orientare 1 mld di euro dei fondi del PNRR a favore dei Borghi, per realizzare quella che il Ministro della Cultura, ha definito al lancio del bando "una grande operazione di valenza culturale e sociale"; allo stesso tempo però, nello pieno spirito del PNRR volto a incentivare lo sviluppo sostenibile e di qualità, a creare occupazione e opportunità di lavoro in particolare per le nuove generazioni, si appellano al Ministero della Cultura affinché nella valutazione dei progetti della linea A, e anche della Linea B dell'Avviso, vengano utilizzati criteri che al di là delle Linee Guida emanate, rispondano pienamente alle finalità del PNRR e siano effettivamente realizzabili nei tempi previsti dal cronoprogramma dettato dal Governo e dal Presidente Mario Draghi. Inoltre, che in presenza di progetti afferenti alla linea A e non pienamente rientranti nel dettato delle Linee Guida e del PNRR, i relativi fondi possano confluire sulla linea B, così come previsto nel bando. Infine, ritengono che sarebbe auspicabile da parte del ministero, "in virtu' dei malumori e delle proteste che pervengono dai territori, provvedere al ritiro del bando della linea A facendo confluire i fondi interamente sulla linea B, consentendo così il finanziamento di circa ulteriori 260 progetti".

In Trentino intanto ci si muove
A livello locale ci si muove per portare avanti i progetti quinquennali che saranno finalizzati a riqualificazione edilizia di edifici di interesse turistico (ad esempio stalle, fienili, malghe e agriturismi, fucine, mulini), valorizzazione paesaggistico/territoriale (per prati, viabilità e sentieristica e non solo), sensibilizzazione e incentivazione delle attività agricole insediate, ospitalità diffusa, mobilità elettrica, digitalizzazione e telemedicina. Palù del Fersina-Palai en Bersntol, ad esempio, è il comune trentino scelto dalla Giunta provinciale per usufruire del finanziamento. Un'opportunità che riguarda non solo l'abitato ai piedi della catena del Lagorai ma tutta la valle dei Mòcheni. Numerose le iniziative inserite in un piano di sviluppo coordinato, finalizzato alla promozione del territorio e dei suoi elementi distintivi, a partire dall'identità linguistica e culturale mòchena che ha giocato un ruolo decisivo nella scelta operata dall'esecutivo provinciale. "Per questa importante opportunità di sviluppo, resa possibile dalla disponibilità del PNRR, abbiamo voluto individuare uno dei territori che sono determinanti per l'autonomia trentina, grazie alla loro specifica identità storica, linguistica e culturale, ha detto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa. Il comune, con i suoi 167 abitanti, rientra nei requisiti previsti, che prevedono che possano partecipare i borghi con meno di 300 unità abitative e che abbiano subito un forte spopolamento. Oltre a ciò, Palù del Fersina-Palai en Bersntol è scelto anche per essere una delle sedi della minoranza linguistica mòchena. Previste nell'ambito delle iniziative la riqualificazione edilizia di edifici di interesse turistico, la valorizzazione paesaggistico/territoriale, la sensibilizzazione ed incentivazione delle attività agricole insediate. Nel campo dell'outdoor figura lo sviluppo di attività estive e invernali e la cura e recupero di strutture e infrastrutture complementari alle attività all'aperto e alle escursioni sul Lagorai. Uno degli obiettivi è infatti rendere Palù del Fersina-Palai en Bersntol una porta privilegiata d'accesso agli itinerari della Translagorai.

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