PNRR - Mille dottorati per la P.A.

Il Ministero dell’Università ha lanciato due bandi per 7.500 borse complessive, finanziate con 300 milioni

Servizi Comunali Bandi gare e contratti
di La Posta del Sindaco
12 Aprile 2022

Sono stati pubblicati sul sito del Ministero dell'Università della Ricerca (Miur) i primi due decreti sui dottorati di ricerca finanziati con investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: 7.500 borse per l'anno accademico 2022/2023, per attività che devono essere avviate entro il 31 dicembre di quest'anno, grazie a 300 milioni di euro di investimento. Di queste, 5.000 borse per dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni delle imprese e promuovono l'assunzione dei ricercatori da parte di queste ultime, 1.200 per dottorati di ricerca rientranti, comunque, negli ambiti di interesse del PNRR, 1.000 per dottorati per la Pubblica Amministrazione, 200 per il patrimonio culturale e 100 per dottorati in programmi dedicati alle transizioni digitali e ambientali. In entrambi i decreti, le risorse sono assegnate alle università statali e non statali legalmente riconosciute, incluse le università telematiche, e agli Istituti universitari a ordinamento speciale (Gran Sasso Science Institute, la Scuola Imt Alti Studi Lucca, la Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste). Entrambi i decreti prevedono che sia possibile usare le borse assegnate sia per potenziare corsi di dottorato già esistenti sia per attivarne di nuovi, in forma singola o in consorzi, anche nell'ambito di dottorati di interesse nazionale.

P.A., obiettivo transizione digitale
Il Miur spiega che a prevedere i primi dottorati di ricerca relativi agli ambiti di interesse del PNRR, dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale e i nuovi dottorati triennali in programmi dedicati alle transizioni digitali e ambientali con investimenti PNRR è il decreto n. 351 del 9 aprile 2022, che dovrà essere registrato dagli organi di controllo. L'obiettivo di queste misure è aumentare, promuovere e valorizzare l'alta formazione e la specializzazione post-laurea, innovando i percorsi di dottorato e promuovendoli anche all'interno delle amministrazioni pubbliche e nel patrimonio culturale, supportando così queste realtà verso una maggiore digitalizzazione, verso la cultura dell'innovazione e l'internazionalizzazione. Delle mille borse per dottorati per la Pubblica Amministrazione, 400 sono al Sud. L’articolo 8 del decreto 351 si occupa, in particolare, dei criteri di ammissibilità dei dottorati per la Pubblica Amministrazione. Tra i criteri di selezione spicca il “favorire la transizione digitale delle pubbliche amministrazioni, contribuendo alla riprogettazione e semplificazione dei modelli organizzativi, nonché ai processi di selezione e adozione delle tecnologie e soluzioni digitali abilitanti, al fine di garantire una maggiore efficacia, efficienza ed economicità dell’azione pubblica”. Bisognerà inoltre prevedere periodi di studio e ricerca in imprese, centri di ricerca o pubbliche amministrazioni da un minimo di sei mesi a un massimo di dodici mesi e aprire al pubblico i risultati della ricerca e i relativi dati.

Dottorati industriali
Il decreto n. 352 del 9 aprile 2022, che dovrà anch’esso essere registrato dalla Corte dei conti, ha invece dato corso alla prima applicazione dell'introduzione dei dottorati innovativi industriali. Il Miur ricorda che in questo caso l'obiettivo è potenziare le competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle tecnologie abilitanti, attraverso l'istituzione di programmi di dottorato dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese.

Messa: “Spinta per i giovani”
"Questi decreti sono atti veri e concreti che rimettono al centro scienza e ricerca, base della qualità della formazione universitaria e, allo stesso tempo, motore dello sviluppo del Paese, sia per la Pubblica Amministrazione sia per il settore privato", sottolinea il ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. "Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle quanto la ricerca sia vitale e come il metodo scientifico sia l'unico strumento in grado di farci trovare soluzioni a problemi sempre più complessi e correlati tra loro. Questi primi 300 milioni sono un'importante spinta per i giovani, per dire loro di non porre limiti alla curiosità e dimostrare che stiamo davvero investendo su di loro e sullo sviluppo delle loro competenze”.

La Posta del Sindaco

 

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