MASSIMA
Il diritto all’indennità, a seguito dell’esproprio, non è escluso dalla iniziale abusività dell’edificazione, se l’immobile, alla data in cui interviene l’esproprio, è stato fatto oggetto di una domanda di sanatoria che la pubblica amministrazione non abbia ancora scrutinato: in tale ipotesi occorre cioè che l’amministrazione, per i fini del riconoscimento dell’indennità, effettui una valutazione prognostica circa la formazione del silenzio assenso o circa la sua condonabilità, il cui esito, se positivo, impone di tener conto di esso nella quantificazione di quella indennità, altrimenti restando la stessa rapportata non già alle caratteristiche oggettive del bene sottoposto ad esproprio, ma ad una circostanza del tutto casuale ed insignificante, quale l’avere la pubblica amministrazione deciso o meno sull’istanza di condono, anche se in violazione dei termini all’uopo previsti.
ARTICOLO
Per l’indennizzare l’esproprio il Comune deve valutare se va accolta la domanda di condono del cespite
Sì al ricorso contro il diniego dell’indennità motivato sul rilievo che la concessione in sanatoria è successiva al decreto ablativo: l’ente deve accertare la sanabilità ai fini della liquidazione necessaria
Anche l’immobile abusivo va indennizzato dal Comune che espropria l’area. È infatti il dpr 327/01 a impedire che l’amministrazione procedente possa dichiarare non dovuta l’indennità perché la concessione in sanatoria è arrivato soltanto dopo il decreto ablativo: l’ente locale, invero, in sede di liquidazione della somma deve compiere un giudizio prognostico valutando se la domanda di condono dell’immobile presentata dal proprietario può essere accolta o meno. Lo stabilisce l’ordinanza 645/18, pubblicata dalla prima sezione civile della Cassazione.
Caratteristiche oggettive
Accolto il ricorso contro la sentenza della Corte d’appello che nega l’indennità per gli immobili del complesso espropriato, ritenendoli abusivi, e la concede soltanto per l’area scoperta al netto di quella di sedime. In realtà parla chiaro in proposito il comma 2 bis dell’articolo 38 del dpr sugli espropri aggiunto dall’articolo 1, comma primo lettere ff) del decreto legislativo 302/02: se pende la domanda di condono l’autorità che procede all’esproprio, che nella specie è lo stesso Comune, accerta se l’immobile risulta sanabile ai soli fini della corresponsione dell’indennità. Non conta che inizialmente il cespite sia abusivo: altrimenti la quantificazione dell’indennità sarebbe effettuata su una circostanza del tutto casuale, vale a dire se l’amministrazione al momento dell’ablazione abbia o meno deciso sull’istanza di condono. Il tutto mentre l’indennizzo deve essere sempre commisurato alle caratteristiche oggettive del bene sottoposto all’esproprio. Parola al giudice del rinvio.
Ministero dell’Interno - Pubblicazione n.4 - Referendum popolari - Ed.2025
Ministero dell’Interno - Circolare DAIT n. 51 del 20 maggio 2025
Risposta del Dott. Massimo Monteverdi
Ministero dell’Interno – Pubblicazione n.2 - Referendum popolari - Ed.2025
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