Mancata attribuzione del codice fiscale a cittadino extracomunitario che presenta richiesta di iscrizione anagrafica
Risposta della Dott.ssa Liliana Palmieri
Risposta della Dott.ssa Liliana Palmieri
QuesitiNel 2009 è stata iscritta una famiglia presso un immobile senza previa verifica del titolo di occupazione dello stesso. Successivamente la moglie e la figlia dell’intestatario della scheda hanno variato la loro residenza per poi chiedere nuovamente l’iscrizione. In seguito all’invio della comunicazione di avvio del procedimento alla proprietaria dell’immobile, la stessa ci comunica che si tratta di un’occupazione abusiva, presentando la querela sporta.
Alla luce di quanto sopra esposto, si chiede se sia necessario procedere con un annullamento in autotutela e un’iscrizione d’ufficio presso la via fittizia e se tali procedimenti debbano essere adottati per tutti i componenti o solo per la moglie e la figlia, in considerazione del fatto che l’iscrizione del marito è stata effettuata prima dell’entrata in vigore della normativa sull’abusivismo.
Nel caso indicato nel quesito, essendo stata presentata una querela, si configura l'ipotesi di occupazione abusiva dell'alloggio, fattispecie contemplata dal legislatore nell'art. 5 del D.L. n. 47/2014 e meglio esplicitata nella circolare del Ministero dell'interno n. 14/2014, che così si esprime "... Al fine di chiarire la portata della disposizione in argomento è utile osservare che la volontà del legislatore, così come rilevabile dagli atti parlamentari, sia stata quella di consentire il "...ripristino delle situazioni di legalità compromesse dalla sussistenza di fatti penalmente rilevanti", posto che "... l'attuale quadro normativo consente a coloro i quali abbiano occupato abusivamente un edificio di ottenervi la residenza...".
Naturalmente la condizione di abusivismo, sotto il profilo giuridico, non si configura per coloro che risultavano iscritti all'indirizzo dell'immobile, (oggetto di successiva occupazione abusiva) in data antecedente l'entrata in vigore del D.L. n. 47/2014 (nel caso specifico il marito).
Alla luce di quanto sopra esposto, dato che la condizione di abusivismo è emersa successivamente al provvedimento di mutazione anagrafica, occorre annullare in autotutela detto provvedimento e valutare se:
1) ripristinare l'iscrizione anagrafica nel luogo di precedente residenza; tale soluzione, tuttavia, non può protrarsi per troppo tempo, per evidenti motivi.
2) registrare madre e figlia nella via fittizia (via non territoriale) del comune dove queste persone, di fatto, abitano; in sostanza queste persone vengono gestite come se fossero "senza fissa dimora". Questa soluzione è stata individuata anche dal Ministero dell'interno, che ha suggerito ad alcune Prefetture di dare istruzioni ai comuni in tal senso.
7 Settembre 2023 Liliana Palmieri
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