Concessione in uso di un impianto sportivo comunale ad una associazione senza applicazione del codice dei contratti

Secondo la giurisprudenza prevalente (cfr., ex multis, Consiglio di Stato n. 858 del 2021 e n. 1557/2023,) la concessione degli impianti pubblici sportivi integra concessioni di servizio pubblico locale, rispetto alle quali è essenziale la “gestione” del bene e la finalizzazione al pubblico che fruisce dei relativi servizi.

La nozione di servizio pubblico si sposa con quella di servizio di interesse generale di derivazione comunitaria, da intendersi quale attività di produzione di beni e servizi che si distinguono dalle comuni attività economiche, in quanto perseguono una finalità di interesse generale che ne giustifica l’assoggettamento ad un regime giuridico differenziato.

Nel caso della gestione di impianti sportivi comunali, quando siano destinati al soddisfacimento dell’interesse della collettività allo svolgimento delle attività sportive, l’affidamento si connota  in termini di concessione di servizi, rientranti tra quelli economici quando sia retraibile una remuneratività, intesa in termini di redditività anche solo potenziale, cioè di possibilità di coprire i costi di gestione attraverso il conseguimento di un “corrispettivo economico nel mercato” mediante le tariffe pagate dall’utenza.

Per gli impianti sportivi si è chiarito in giurisprudenza che la redditività “deve essere apprezzata caso per caso, con riferimento alla soluzione organizzativa prescelta dall’ente locale per soddisfare gli interessi della collettività, alle specifiche modalità della gestione, ai relativi costi ed oneri di manutenzione, alla struttura tariffaria (libera od imposta) per l’utenza, alla disciplina delle quote sociali, alla praticabilità di attività accessorie etc.” (così Cons. Stato, V, n. 858/21).

19 ottobre 2023             Eugenio De Carlo

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