Tutela e recupero delle entrate tributarie locali

Opportunità e modelli organizzativi

Servizi Comunali Bilancio Entrate comunali Entrate tributarie
di Goduti Giustino
08 Novembre 2023

Con il presente contributo ci poniamo l’obiettivo di fornire utili indicazioni in materia di governance dei tributi locali, individuando le possibili aree d’intervento per migliorare e rendere più efficiente l’azione dell’ente locale.

L’adesione spontanea del contribuente all’obbligazione tributaria
Tra le possibili scelte incrementali dell’organizzazione si è individuato un primo step relativo alla gestione ordinaria delle entrate, limitata a favorire l’adesione spontanea del contribuente (c.d. “tax compliance”).
In questo contesto, è possibile suggerire due possibili soluzioni migliorative:

  1. incrementare la compliance con il soggetto passivo, introducendo sistemi informativi che consentano al contribuente di registrarsi spontaneamente e che possano favorire:
  • la diffusione e la chiarezza delle informazioni circa gli adempimenti richiesti, rendicontando al attraverso un estratto conto che riepiloghi gli importi dovuti, quelli pagati e le relative pendenze per singola entrata;
  • la creazione di avvisi o solleciti prima di riscuotere coattivamente;

2. incrementare la liquidazione spontanea, moltiplicando i sistemi di pagamento (F24, c/c postale, bonifico, versamento in contanti, MAV, sportello bancario, PagoPA) ma anche strutturando una diversa architettura degli avvisi bonari, prendendo spunto dalle più moderne tecniche di nudge, sperimentate in ambito tributario soprattutto nel mondo anglosassone.

In generale, comunque, una gestione ordinaria non ottimale crea indubbiamente una perdita di risorse finanziarie, determinata dall’erosione della base imponibile.
Infatti, basta soltanto riflettere sulla perdita di gettito dalle entrate immobiliari, che si determina dall’omesso controllo sui fabbricati di categoria D, sulle abitazioni principali e sui fabbricati per i quali non ricorrono più i requisiti di ruralità.

Il recupero dell’evasione/elusione delle entrate locali
Quando l’analisi interna sulla dotazione organica degli uffici e la disponibilità di software si ritiene adeguata è possibile ipotizzare tra gli obiettivi strategici dell’ente, l’attivazione di un progetto di recupero dell’evasione/elusione delle entrate locali.
L’obiettivo in questione è raggiungibile soltanto se sono chiari i risultati finali attesi, strutturati sulla base dei principi del federalismo fiscale attualmente normati.

La necessità di un efficace sistema informativo integrato di governo del territorio
Gli enti locali dovranno introdurre logiche gestionali di project management, con riferimento all’intero processo che attraversa le entrate, partendo dall’accertamento fino alla liquidazione, per evitare che gli sforzi compiuti a monte, siano resi vani da attività inefficienti poste a valle del processo.
In particolare, occorre porre quale obiettivo primario, il controllo e l’interazione con il territorio per la realizzazione della perequazione tributaria e dell’equità fiscale, con una chiara corrispondenza tra coloro che godono dei benefici di un servizio pubblico e chi ne sostiene il costo, garantendo un’efficiente allocazione delle risorse.
Occorre quindi promuovere la razionalizzazione dei sistemi d’accertamento e di liquidazione, prevedendo un incremento del gettito grazie al miglioramento delle tecniche di ricerca dell’evasione.
In un progetto come questo, si sottolinea altresì la necessità d’individuare funzionalmente su quali entrate concentrare l’attività di verifica, anche tenendo conto della solvibilità dei soggetti passivi.
Infatti, sulla base dei più recenti report statistici del MEF, s’evidenzia come la tassazione immobiliare è quella che registra le più importanti quote d’evasione, con un tax gap IMU stimato, relativo alle imposte sulle prime e seconde case, che ammonta a più di 5 miliardi di euro l’anno, con una percentuale pari al 27% del gettito IMU teorico.
Assoluta centralità assume lo sviluppo del digitale, in particolare la promozione dell’integrazione tra i dati catastali e le altre informazioni disponibili nei database interni ed esterni all’ente, che attengono agli immobili del territorio.
Occorre migliorare e aggiornare costantemente la qualità dei dati, per consentire l’interoperabilità applicativa e permettere una conoscenza della situazione contributiva dei contribuenti.

Le tipologie di controllo
Come chiave strategica si possono, a titolo d’esempio, ipotizzare controlli automatizzati ai fini del recupero evasione di IMU e TARI, attraverso applicazioni di “data warehouse” che incrociano le informazioni, per identificare:

  • immobili registrati in Catasto non presenti nei database IMU e TARI;
  • immobili accatastati in categoria catastale F3 (unità in costruzione), per i quali risultano attive utenze energia elettrica e/o fornitura gas;
  • immobili esenti IMU, in quanto abitazioni principali, non presenti in TARI:
  • nuclei familiari privi di utenze TARI; 
  • attività produttive presenti in SUAP, prive d’utenza TARI.
  • SIATEL Punto fisco, estrazione delle forniture relative alle utenze energia elettrica e gas, dei contratti di locazione, per verificare l’effettiva non utilizzabilità delle unità collabenti (categoria F2) dichiarati inagibili o non utilizzati;
  • diversa destinazione d'uso delle abitazioni, incrociando i dati TARI con le risultanze SUAP e Telemaco Infocamere, se i locali sono utilizzati come ufficio o studio professionale;
  • immobili denunciati a destinazione pubblica (categoria B) se effettivamente occupati da enti del terzo settore o adibiti ad esercizio di culto;
  • aree fabbricabili, fittiziamente dichiarate ad utilizzo di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali;
  • immobili fittiziamente dichiarati fabbricati rurali abitativi (categoria A/6) o strumentali (categoria D/10).

Relativamente ai tributi minori collegati all’occupazione del suolo pubblico e alle iniziative pubblicitarie e sottoposti all’imposizione sul Canone unico (introdotto dalla Legge n.160/2019), occorre evidenziare come, a prescindere dai controlli relativi alle situazioni evasive/elusive collegate al canone è importante organizzarsi perché siano contestate le sanzioni previste dal Codice della Strada.
Quest’ultimo punto assume particolare importanza, ai fini dell’incremento delle entrate extratributarie, perché molto spesso i comuni, soprattutto nelle realtà più piccole, affidano il servizio di controllo a società concessionarie, che non hanno in concreto la possibilità di contestare le sanzioni amministrative previste dagli articoli dal 20 al 27 del Codice della Strada (D.Lgs. n. 285/1992) e dagli articoli da 29 a 46 del relativo Regolamento (D.P.R. n. 495/1992).

Il ruolo della Polizia Locale
Essendo previsto che le già menzionate sanzioni possano essere irrogate esclusivamente da personale con qualifica di polizia stradale (articoli 11 e 12, D.Lgs. n. 285/1992), occorre che sussista un coordinamento tra Ufficio entrate e Polizia locale.
Sovente nei comuni questa fattispecie di controllo non è organizzata ed è comunque estemporanea e non coordinata determinando così una consistente perdita di risorse finanziarie derivanti dall’attività sanzionatoria. 
Infine, si evidenzia come tutto il progetto di lotta all’evasione tributaria locale, perché sia efficace, debba presupporre anche un’attenzione particolare ai tempi di notifica, una fase che dev’essere adeguatamente incrementata per evitare la perdita di risorse finanziarie per decorrenza dei tempi previsti dalla legge.

Le attività di controllo mediante gestione associata
Rilevante soprattutto nei piccoli comuni, il tema della gestione associata, uno strumento che permette, unendo le debolezze strutturali, individuate nella carenza di personale utile a costituire un efficace ufficio entrate, ad ottenere buoni risultati.
La soluzione permette di raggiungere, con pochi investimenti, risultati eccellenti, anche se è necessaria una forte volontà politica e la presenza, in almeno uno dei comuni associati di un ufficio già strutturato, dotato di un funzionario altamente qualificato in materia. 
Occorre consapevolezza che la gestione associata non è una delega delle funzioni ad un comune capofila, ma significa svolgere le funzioni in modo unitario, utilizzando un unico applicativo, uniformando i regolamenti comunali (fatta salva l’autonomia decisionale d’ogni ente associato), gestendo in maniera centralizzata il contenzioso tributario e garantendo l'interpretazione unica e uniforme della disciplina tributaria.
Sono intuitivi i vantaggi economici della gestione associata, si cita a titolo d’esempio le economie di scala determinate da una gestione unitaria delle procedure di gara per l’acquisto di strumenti digitali, nel contenzioso ed una riduzione delle spese di consulenza.
Inoltre, l’organizzazione associata evita ai comuni partecipanti di vedersi erodere le basi imponibili, grazie ai maggiori controlli condivisi ed alle informazioni relative ad un monitoraggio su un territorio più vasto.
Così come già anticipato in un precedente articolo pubblicato all’interno della presente testata, per favorire le performance del personale di tutte le unità organizzative che collaborano al raggiungimento degli obiettivi delle entrate, è possibile introdurre un incentivo economico destinabile al potenziamento delle risorse strumentali e formative, pari al 5% delle somme recuperate dall’accertamento delle entrate IMU e TARI (articolo 1, comma 1091, Legge n.145/2018). 
Circa l'efficacia ed il funzionamento della gestione associata, ulteriori approfondimenti sono presenti nel primo volume "L'accertamento e la riscossione delle entrate locali", della collana LEGALITÀ IN COMUNE, pubblicato da Halley Informatica.

Articolo di Giustino Goduti

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