Trascrizione di matrimonio omosessuale celebrato non in presenza fisica

Risposta della Dott.ssa Roberta Mugnai

Quesiti
di Mugnai Roberta
25 Novembre 2023

Perviene dal Consolato di Manila la richiesta di trascrizione di un matrimonio tra cittadini dello stesso sesso, che dovremmo trascrivere come unione civile celebrata all’estero. I cittadini (un cittadino nostro AIRE ed un cittadino straniero) hanno contratto matrimonio negli Stati Uniti, nello specifico hanno celebrato il rito in videoconferenza nello Utah.

La richiesta di trascrizione del Consolato è corredata da una nota integrativa tramite cui palesa dubbi sulla sua competenza territoriale (a loro avviso la richiesta avrebbe dovuto essere inviata dal Consolato delle Filippine negli USA) e sulla possibilità di trascrivere un matrimonio celebrato in videocall, considerando che molti stati, anche americani, non riconoscono questa tipologia di celebrazione.

Si chiede pertanto come procedere.

Risposta

La problematica del matrimonio celebrato senza la presenza fisica degli sposi è stata affrontata dalla nostra Corte di Cassazione con sentenza n. 15343 del 25 luglio 2016.

Anche in quell’occasione si trattava di un matrimonio del quale veniva chiesta la trascrizione e che riguardava un neocittadino di origine pakistana con una cittadina pakistana. Il matrimonio era stato celebrato utilizzando Skype; una modalità di celebrazione contemplata nell’ordinamento pakistano.

La nostra Corte di Cassazione rigettò il ricorso del Ministero dell’Interno che aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello di Bologna che, confermando la decisione del Tribunale di Bologna, aveva ritenuto trascrivibile il matrimonio contratto con tale modalità.

Il Ministero dell’Interno aveva, infatti, avvallato l’operato dell’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di San Giovanni in Persiceto, che aveva contestato la contrarietà all’ordine pubblico (art.65 L. n.218/1995) di una cerimonia avvenuta senza presenza dei nubendi e nella quale, di conseguenza, chi aveva celebrato non aveva potuto verificare la libertà di esprimere la volontà di coniugio dei futuri sposi.

La Corte di Cassazione, invece, ha interpretato la fattispecie alla luce dell’art.28 L. n.218/1995: “Il matrimonio è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento.” e non ha ravvisato alcuna violazione dell’ordine pubblico.

Nella sostanza la Cassazione ha sentenziato che se “l’atto matrimoniale è valido per l’ordinamento straniero, in quanto da esso considerato idoneo a rappresentare il consenso matrimoniale dei nubendi in modo consapevole, esso non può ritenersi contrastante con l’ordine pubblico solo perché celebrato in una forma non prevista dall’ordinamento italiano.”

Naturalmente le stesse considerazioni valgono anche per il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

A questo punto, nel caso in esame, rimane da stabilire se questo matrimonio celebrato nello Stato dello Utah è valido per quell’ordinamento.

Per avere certezza di questo occorre contattare la nostra autorità consolare competente territorialmente.

Da una ricerca sul Web, sembra che la competenza sia riconducibile al Consolato Generale d’Italia in San Francisco, il quale a sua volta dovrebbe far riferimento al Consolato Onorario d’Italia a Salt Lake City (https://conssanfrancisco.esteri.it/it/chi-siamo/la-rete-consolare/).

È necessario scrivere una PEC a quel Consolato per chiedere ufficialmente se il matrimonio trasmesso dal Consolato d’Italia a Manila è stato validamente contratto nello Stato dello Utah in quanto la modalità di celebrazione in videocall è espressamente prevista in quell’ordinamento.

Se l’accertamento ha esito positivo, il matrimonio fra persone dello stesso sesso dovrà essere trascritto nei Registri delle unioni civili (parte II), avendo il nostro ordinamento, previsto quell’istituto per le coppie omosessuali.

22 Novembre 2023        Roberta Mugnai

 

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