Immobili ecclesiastici di categoria A, concessi in comodato d'uso gratuito a persone bisognose

Risposta del Dott. Luigi D'Aprano

Quesiti
di D'Aprano Luigi
26 Febbraio 2024

La parrocchia sul territorio possiede alcuni immobili di categoria A concessi in comodato d'uso gratuito (non registrato) a persone bisognose (famiglie in difficoltà) la parrocchia non percepisce nessun canone di affitto. L'ente ha considerato tali immobili oggetti passivi in quanto non rientranti nelle esenzioni previste e ha emesso accertamenti IMU per mancato pagamento IMU. E' corretta tale interpretazione?

Risposta

In base all’art. 7 D.Lgs. 504/1992, espressamente richiamato dal comma 759 della legge 160/2019, sono esenti “gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all'articolo 73, comma 1, lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, fatta eccezione per gli immobili posseduti da partiti politici, che restano comunque assoggettati all'imposta indipendentemente dalla destinazione d'uso dell'immobile, destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all'articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222

In base ai chiarimenti forniti con il DM n. 200 del 19/12/2012 “Lo svolgimento di attivita' assistenziali e attivita' sanitarie si ritiene effettuato con modalita' non commerciali quando le stesse:

a) sono accreditate e contrattualizzate o convenzionate con lo Stato, le Regioni e gli enti locali e sono svolte, in ciascun ambito territoriale e secondo la normativa ivi vigente, in maniera complementare o integrativa rispetto al servizio pubblico, e prestano a favore dell'utenza, alle condizioni previste dal diritto dell'Unione europea e nazionale, servizi sanitari e assistenziali gratuiti, salvo eventuali importi di partecipazione alla spesa previsti dall'ordinamento per la copertura del servizio universale;

b) se non accreditate e contrattualizzate o convenzionate con lo Stato, le Regioni e gli enti locali, sono svolte a titolo gratuito ovvero dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e, comunque, non superiore alla meta' dei corrispettivi medi previsti per analoghe attivita' svolte con modalita' concorrenziali nello stesso ambito territoriale, tenuto anche conto dell'assenza di relazione con il costo effettivo del servizio”.

Tutto ciò premesso, salvo verifica dell’effettivo possesso dei requisiti di legge e della dichiarazione che l’Ente aveva l’obbligo di presentare, la fattispecie in questione sembra rientrare nella esenzione dell’IMU.

22 febbraio 2024           Luigi D’Aprano

 

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