Limite per utilizzo dell’avanzo di amministrazione da parte degli enti in disavanzo

Si ritiene di dover rispondere negativamente alla domanda proposta: la formulazione del comma 898 dell’articolo 1 della legge n. 145/2018, che individua la quota dell’avanzo di amministrazione (sia essa vincolata, accantonata e destinata) che può essere applicata al bilancio da parte degli enti in cui l'importo della lettera A) del prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione risulti negativo o inferiore alla quota minima obbligatoria accantonata nel risultato di amministrazione per il fondo crediti di dubbia esigibilità e al fondo anticipazione di liquidità, specifica con precisione tale quota utilizzabile, definendone il limite in misura “” non superiore a quello del disavanzo da recuperare iscritto nel primo esercizio del bilancio di previsione “”: tale formulazione, a parere dello scrivente, non lascia spazio a letture o interpretazioni che consentano possibili integrazioni o incrementi di tale quota.

Eventuali deroghe alla suddetta limitazione debbono pertanto essere espressamente previste e consentite da disposizioni speciali e derogatorie, come ad esempio quella recata dall’articolo 1 del recente decreto ministeriale Interno-MEF dell’8 febbraio 2024 relativa all’utilizzo del risultato di amministrazione da compensare con la trattenuta che andrà ad essere effettuata dal Ministero dell’Interno sulle somme spettanti a titolo di Fondo di solidarietà comunale per gli anni 2024-2027.

22 marzo 2024              Ennio Braccioni

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