Autenticazione di firme ed atti concernenti un’adozione internazionale

Risposta positiva. L'autenticazione della sottoscrizione del consenso scritto, da parte degli aspiranti all’adozione, all’incontro fra questi ed il minore da adottare (articolo 31, comma 3, lettera e, legge 4 maggio 1983, n. 184) è fra quelle per cui è competente il funzionario incaricato dal Sindaco (a patto che sia stato ovviamente incaricato con atto specifico). 
Le «carte» relative all’adozione internazionale di cui alla L. 184/1983, art. 31 sono quelle prodotte dall'ente autorizzato, in primo luogo il consenso ad incontrare il minore, ma è ragionevole ritenere possibile autenticare anche ulteriori atti collegati a questo, in quanto necessari alla procedura di adozione internazionale. Tra questi possiamo citare l'istanza o come diversamente denominata (domanda, richiesta, appello – nel senso dell'atto giuridico con cui l'interessato chiede l'avvio di un procedimento), le dichiarazioni sostitutive delle certificazioni e degli atti di notorietà (artt. 46 e 47; art. 21); deleghe e dichiarazioni di impegno in quanto manifestazioni di volontà che non producono direttamente alcun effetto giuridico (art. 21; Circolare Ministero dell'Interno n.10, 30/07/1993: in questo caso si ritiene estesa la competenza anche se l'atto è rivolto a un privato), infine autenticazione delle copie di atti e documenti di qualsiasi natura, pubblica o privata, previa esibizione degli originali (art. 18). 
Le autenticazioni, così come la eventuale certificazione anagrafica, richieste per l’adozione internazionale sono esenti dall'imposta di bollo e dai diritti di segreteria (art. 13 della tabella allegato B al D.P.R. 26/10/1972, n. 642; art. 82 della legge 184/1983).

8 Luglio 2024                 Andrea Antognoni

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