Autorizzazione COSFEL a Ente deficitario, per assunzione Istruttori di vigilanza, la cui spesa è finanziata da proventi codice della Strada
Risposta del Dott. Massimo Monteverdi
Uno strumento integrato per creare una coscienza sociale e un piano d’azione per l’innovazione tecnologica.
Servizi Comunali Amministrazioni pubbliche Modalità accesso ai servizi digitali Servizi digitaliIl Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l’Agid hanno pubblicato a fine luglio la Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026, che sostituisce il piano strategico del governo Draghi 2022-2024. Il nuovo documento mostra particolare attenzione agli importanti scenari che aprono i nuovi sistemi tecnologici. All’indomani dell’“AI ACT”, esso costituisce uno strumento a supporto del legislatore proprio in questo momento in cui è in discussione in parlamento il ddl governativo sull’IA (A.S. n. 1146).
Rispetto ai tempi del piano Draghi, la percezione collettiva dell’Intelligenza Artificiale è stata stravolta. Dopo l’ingresso di ChatGPT a novembre 2022, essa è oggi al centro dell’interesse social perché è “cambiato il contesto normativo, si è innovata la tecnologia, con l’arrivo dei sistemi generativi e lo sviluppo dei cosiddetti Foundation Models […]”.
È la proposta di un’azione integrata su diversi fronti, tutti interconnessi e decisivi per lo sviluppo sociale e per affrontare preparati le nuove sfide dell’innovazione. Il nuovo programma mira a delineare una rigenerata consapevolezza di questo complesso e dinamico scenario per realizzare e promuovere l’utilizzo di soluzioni di IA nel tessuto produttivo, imprenditoriale, formativo e sociale, nonché nella Pubblica Amministrazione.
4 Aree e 27 Azioni
Le aree tematiche della Strategia italiana sono 4: ricerca, pubblica amministrazione, imprese e formazione. Le azioni sono 27: 7 per la formazione, 6 per ricerca, 6 per pubblica amministrazione, 5 per le imprese, 2 per le infrastrutture abilitanti (dataset/modelli e infrastrutture di rete) e infine 1 per l’attuazione e il monitoraggio da parte di un instituendo soggetto con un ruolo chiave nella Strategia - la Fondazione per l’intelligenza artificiale, sottoposto al diretto controllo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le quattro macroaree strategiche hanno differenti tempistiche di attuazione: la Ricerca ha ovviamente un orizzonte di medio-lungo periodo per identificare e sviluppare le soluzioni innovative; Pubblica Amministrazione e Imprese sono indirizzate a perseguire soluzioni di IA di breve periodo per fornire risposte dirette e immediate alle esigenze di trasformazione. La Formazione ha il duplice obiettivo di più lungo periodo per diffondere capillarmente competenze e conoscenze; di più breve periodo per attuare percorsi di reskilling e upskilling (cambiamenti di ruolo e miglioramento di competenze).
La Strategia Italiana per la Ricerca
La Strategia per la Ricerca di IA mira ad azioni che favoriscano il rientro di talenti italiani dall’estero e attraggano talenti stranieri nelle università e nei centri di ricerca italiani, per sostenere la competitività nel contesto internazionale. Per far ciò occorrono investimenti di egual proporzione con la realtà europea.
Gli obiettivi sono investire nella ricerca scientifica fondazionale sull’IA, consolidando le relative iniziative di partenariato esistenti; promuovere approcci interdisciplinari mediante la collaborazione tra diverse competenze; aprire all’esplorazione di progetti ad ampio spettro (blue-sky).
Sostenere la ricerca applicata dell’IA, favorendo “partenariati pubblico-privati, anche con laboratori dedicati che coinvolgano imprese, atenei e centri di ricerca, focalizzandosi sui contesti dal maggiore valore economico e sociale per l’Italia e dal maggiore impatto sul benessere dei cittadini”.
La Strategia Italiana per la P.A.
La Strategia IA per la Pubblica Amministrazione prospetta lo sviluppo e valutazioni di impatto di tecniche di IA in ambiti di specifico interesse per la PA e l’adozione di “best practices” nelle attività progettuali di innovazione mediante framework etici e regolatori.
Promuove l’inquadramento di applicazioni in classi omogenee, secondo standard minimi funzionali e requisiti di interoperabilità: creare soluzioni e applicazioni di IA che consentano al cittadino di porsi in interrelazione col proprio ente. Ciò può avvenire mediante:
La Strategia Italiana per le Imprese
La Strategia a favore delle Imprese mira a sostenere il Comparto italiano dell’ICT per rispondere ai bisogni di innovazione di esse finanziando e supportando un ecosistema incentrato sull’IA, che sia in grado di rafforzarne l’eccellenza, a cominciare dalle PMI: promuovere iniziative di IA che rispondano a precise domande di innovazione del tessuto produttivo; accrescere le possibilità di intercettare finanziamenti per svilupparle; sostenere e potenziare l’ecosistema delle start-up dell’IA, attraendo capitali pubblici e privati.
La Strategia Italiana per la Formazione
La Strategia per la Formazione prevede un grande piano a livello strutturale per rafforzare, integrare e diffondere la conoscenza dell’IA, e delle relative competenze digitali, nel sistema di istruzione: dagli Istituti Tecnologici Superiori (ITS) alle università, con particolare attenzione ai Dottorati di ricerca.
Si tiene a evitare che in una prospettiva di crescita e di investimenti sull’IA, permangano processi di digital divide che, sul lungo periodo, compromettano la coesione sociale ed economica del Paese: educare alla cittadinanza digitale e creare percorsi formativi di alfabetizzazione sull’IA come strumento per colmare il divario di conoscenza e contenere le preoccupazioni etiche e sociali connesse a questa tecnologia. Quindi unitamente alla formazione promuovere la comprensione delle implicazioni etiche dell’IA può consentire il corretto orientamento del tessuto socio-economico, nel suo complesso, sul giusto utilizzo dell’IA, cogliendone appieno i vantaggi e arginandone i pericoli e rischi.
Peraltro, l’utilizzo sempre più ampio dell’Intelligenza Artificiale nei contesti produttivi porterà rapidamente a trasformare le dinamiche del mondo del lavoro: occorrerà un nuovo allineamento tra le competenze richieste e quelle possedute. Si tratta di articolare i piani di azione in relazione ai diversi ruoli e funzioni dei lavoratori e di programmare corsi di formazione e professionalizzazione sull’IA, per la riqualificazione, l’aggiornamento e il (re)inserimento dei lavoratori in nuovi posti creati dalla nuova tecnologia, con percorsi di reskilling e upskilling da rivolgere ai quadri dirigenziali.
Le nuove tecnologie dell’IA implicano una revisione della gestione dei processi e dell’organizzazione interni, secondo competenze mirate e responsabilità a misura delle nuove sfide che essa comporta.
Infine, la Strategia promuove il controllo mediante un’Agenzia italiana di vigilanza, che assume un’importanza fondamentale per definire lo spazio e la competitività dei sistemi di Intelligenza Artificiale sviluppati, affinché l’Italia sostenga l’industria digitale o il settore produttivo che intenda adottare sistemi di IA, in stretta sinergia con la Fondazione per l’attuazione, il coordinamento e il monitoraggio di essi, in un’ottica di attuazione della normativa europea e nazionale nella materia per garantire i massimi livelli di affidabilità, integrità, disponibilità e sicurezza della tecnologia nazionale implementata.
Alla completa Strategia italiana di Intelligenza Artificiale, che parte dall’alfabetizzazione fino a creare un sistema di IA, resta ora solo di dedicare un budget adeguato a darne concreta ed effettiva attuazione.
Avv. Simonetta Cipriani
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Risposta del Dott. Massimo Monteverdi
Corte Costituzionale – Sentenza 22 maggio 2025, n. 68 e comunicato stampa
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