Approfondimento di Enrica Daniela Lo Piccolo
Possibile derogare ai principi comunitari in materia di concessioni demaniali in presenza di interessi pubblici superiori
Enrica Daniela Lo Piccolo
Un ente locale può concedere un bene appartenente al proprio demanio a un soggetto privato in deroga ai principi comunitari, se tale decisione consente di salvaguardare superiori interessi pubblici in campo ambientale o storico-culturale.
Il Consiglio di Stato, sez. V, nella sentenza 5157 del 3 settembre 2018 ha ritenuto legittimo il rinnovo della concessione per un ristorante in un immobile storico di particolare importanza, in deroga ai principi che in linea generale impongono la procedura ad evidenza pubblica per l’assegnazione di beni appartenenti al demanio.
Il titolare dell’attività ristorativa aveva impugnato una deliberazione del comune proprietario dell’immobile che annullava il rinnovo, fondata su un parere dell’Autorità nazionale anticorruzione (richiesto dalla stessa amministrazione), che evidenziava l’obbligo di mettere a gara i locali di quell’immobile.
Il parere dell’Anac ribaltava la linea originariamente adottata dal comune, il quale aveva sostenuto le scelte di rinnovo fondandole sulle specificità socio-culturali e storiche dell’immobile e delle attività in esso sviluppate, caratterizzanti il particolare ambito.
Il Consiglio di Stato, invece, fa rilevare come la scelta originaria dell’amministrazione, correlata a specifici indirizzi, riconoscesse la sussistenza di motivi imperativi per derogare all’obbligo di gara, trattandosi di un locale storico che aveva contribuito in modo rilevante a costruire l’identità culturale ed il prestigio dell’immobile e dell’area in cui esso è inserito: pertanto, la scomparsa o sostituzione con altre insegne intaccherebbe sensibilmente l’immagine e l’identità storica dello stesso contesto.
La sentenza fa rilevare come l’amministrazione sia necessariamente tenuta a valutare i singoli casi per riscontrare l’effettiva sussistenza o meno, per il locale interessato, di esigenze imperative di interesse generale collegate alla necessità di conservare, per ragioni storiche, culturali e identitarie, la continuità gestionale degli esercizi commerciali.
Tali esigenze sono peraltro riconosciute anche dalla direttiva Ue sui servizi (la c.d. Bolkestein) e dal d.lgs. n. 59/2010, che la recepisce nell’ordinamento nazionale.
L’analisi specifica condotta dal Comune è quindi la base necessaria per la motivazione del provvedimento concessorio che deroga alla gara (e alle norme che la rendono obbligatoria per la concessione di immobili sfruttabili commercialmente) e che consente di salvaguardare alcuni particolari interessi pubblici, così rilevanti da permettere il superamento della regola generale della procedura ad evidenza pubblica per l’assegnazione dei locali.
17 settembre 2018