Approfondimento di Sergio Trovato

tributi locali, via libera agli aumenti

Servizi Comunali Tariffe Tariffe
di Trovato Sergio
09 Febbraio 2019

Approfondimento di Sergio Trovato                                                         

TRIBUTI LOCALI,

VIA LIBERA AGLI AUMENTI

Sergio Trovato

 

Da quest’anno le amministrazioni comunali hanno il potere di aumentare le tariffe dell’imposta sulla pubblicità, tranne per i messaggi pubblicitari che hanno una superficie inferiore al metro quadrato. In compenso, imprese e commercianti possono richiedere il rimborso se hanno pagato la maggiorazione dell'imposta comunale sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni per gli anni dal 2013 al 2018, che è stata riconosciuta non dovuta. Ai comuni è imposto di effettuare il rimborso ai contribuenti interessati, in forma rateale, entro cinque anni dalla data in cui la richiesta è divenuta definitiva. Confermato, poi, il potere di mantenere in vita la maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille, ma solo per i comuni che l’hanno istituita e deliberata negli anni precedenti, applicando la stessa aliquota. Così come viene confermato il potere di graduare le tariffe Tari, aumentandole o diminuendole del 50 per cento, per assicurare una loro maggiore equità rispetto a quelle fissate dal regolamento sul metodo normalizzato. Viene meno, invece, il blocco degli aumenti di imposte e tasse. Gli enti locali, infatti, possono innalzare il livello della pressione fiscale, poiché non è più impedito di aumentare aliquote a tariffe rispetto a quelle deliberate nel 2015. Sono queste le novità in materia di tributi locali contenute nella legge di bilancio (145/2019) per l’anno in corso.  

Imposta sulla pubblicità: rimborsi e aumenti. Il comma 917 della legge di bilancio prevede che imprese e commercianti che hanno pagato l’imposta sulla pubblicità in misura maggiorata dal 2013 al 2018 possono richiedere ai comuni il rimborso a rate delle somme versate, riconosciute non dovute, a titolo di tributo e diritti. Il problema degli aumenti contestati, e il diritto al rimborso delle somme incassate dalle amministrazioni comunali, si è posto dopo l’intervento della Corte costituzionale (sentenza 15/2012), che ha fatto salvi solo gli aumenti deliberati fino al 2012. La restituzione deve essere effettuata in forma rateale entro 5 anni dalla data in cui la richiesta del contribuente è diventata definitiva. Allo stesso tempo, però, il legislatore (comma 919) dal 2019 ha concesso agli enti locali la facoltà di aumentare tariffe e diritti fino al 50 per cento, ma solo per le superfici superiori al metro quadrato.

Conferma maggiorazione Tasi. Il comma 1133 attribuisce ai comuni, anche per quest’anno, il potere di mantenere la maggiorazione Tasi (nella misura massima dello 0,8 per mille), purché sia stata già confermata per gli anni 2016 e 2017 e 2018. La scelta va effettuata con deliberazione del consiglio comunale. Naturalmente sono esclusi gli immobili esentati, vale a dire le abitazioni principali. E’ evidente che la maggiorazione non può essere applicata a questa tipologia di immobili, essendo divenuti esenti.

Tariffe Tari. Il comma 1093 dispone che anche per l’anno in corso i comuni hanno la facoltà di aumentare o ridurre le tariffe della tassa rifiuti per non renderle eccessivamente gravose per alcuni contribuenti e più favorevoli per altri, tenuto conto che il regolamento sul metodo normalizzato (dpr 158/1999) può dar luogo a queste disparità di trattamento. Per rendere più eque le tariffe, dunque, è possibile modificare i coefficienti per alcune categorie di attività, aumentandoli o diminuendoli del 50%.

Aumenti aliquote e tariffe. Nella legge di bilancio 2019 non è più riproposta la sospensione degli aumenti di aliquote e tariffe che per il 2016, 2017 e 2018 ha impedito l’aumento della pressione fiscale. Il vincolo per le aliquote e tariffe ha imposto agli enti locali non solo di ritoccarle in aumento, ma ha anche reso impossibile revocare i benefici fiscali concessi nel 2015 (aliquote agevolate, riduzioni, detrazioni), in quanto avrebbero comportato un innalzamento della tassazione. Il blocco escludeva anche la possibilità di istituire nuovi tributi quali, per esempio, l’addizionale Irpef e l’imposta di scopo.

14 gennaio 2019

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