Approfondimento di Amedeo Di Filippo

Il Miur pubblica i dati relativi agli alunni disabili, numeri utili ai Comuni per organizzare i servizi educativi

Servizi Comunali Assistenza alunni disabili
di Di Filippo Amedeo
11 Giugno 2019

Approfondimento di Amedeo Di Filippo                                                                                                     

Il Miur pubblica i dati relativi agli alunni disabili, numeri utili ai Comuni per organizzare i servizi educativi

Amedeo Di Filippo

L’Ufficio gestione patrimonio informativo e statistica del Miur ha pubblicato i principali dati relativi agli alunni con disabilità nell’anno scolastico 2017/2018. Il report, ricco di informazioni, si rivela molto valido per i Comuni, spesso gestori di nidi e scuole d’infanzia e del servizio di assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni disabili delle scuole statali. Il trend dei numeri è infatti più che utile a stimare da un lato l’andamento della presenza di disabili tra gli iscritti, dall’altro il fabbisogno di risorse economiche e umane necessarie per farvi fronte.

Alcuni dati

I dati elaborati dal Miur sono aggiornati ad aprile 2019 e indicano un numero di alunni con certificazione di disabilità che si attestano nell’a.s. 2017/2018 a 268.246 unità, pari al 3,1% del totale, con un incremento dall’anno precedente di quasi 14.000 unità. Incremento che si pone in linea con quello registrato negli ultimi anni, che ne ha determinato il raddoppio rispetto a 20 anni fa – nell’a.s. 1997/1998 erano 123.862, l’1,4% del totale – peraltro a fronte di una netta diminuzione degli alunni frequentanti.

Il report registra consistenti differenze in base al genere degli alunni: i maschi presentano, mediamente su tutti gli ordini di scuola, una percentuale molto più elevata di quella riportata dalle femmine (4,2% contro l’1,9%); la scuola dell’infanzia riporta, con complessivi 31.724 alunni disabili (2,1% sul totale dei frequentanti), una percentuale del 3% per i bambini maschi e dell’1,2% per le femmine. L’88,5% del totale degli alunni e il 93,3% degli alunni con disabilità frequenta scuole a gestione statale. Quelle paritarie accolgono il 10,5% del totale degli alunni e il 5,1% di quelli con disabilità, le non paritarie rispettivamente l’1% e l’1,6%.

A livello territoriale si evidenzia una distribuzione disomogenea degli alunni con disabilità tra le varie aree, con notevoli differenze anche tra le singole Regioni. Quelle dell’Italia centrale e del Nord Ovest presentano le percentuali più elevate.

La percentuale degli alunni con disabilità fino a 3 anni è piuttosto contenuta, rispettivamente pari allo 0,6% per i bambini di età inferiore ai 3 anni e all’1,3% per i bambini di 3 anni. Per la fascia di età 4-5 anni la percentuale sale rispettivamente al 2,1% per i bambini di 4 anni e al 2,4% per quelli di 5 anni. Si nota una quota eccezionalmente elevata per gli alunni con disabilità dai 6 anni in su: oltre la metà dei bambini che vengono trattenuti alla scuola dell’infanzia, e che passano alla scuola dell’obbligo in ritardo, hanno certificazione di disabilità.

Gli obblighi delle amministrazioni locali

L’impegno dei Comuni è stato riorganizzato dagli artt. 42 e 45 del Dpr n. 616/1977, che attribuiscono loro le funzioni amministrative relative alla materia “assistenza scolastica”. L’art. 13 della legge n. 104/1992 ha quindi regolato l'integrazione scolastica degli alunni disabili, da promuovere anche attraverso la programmazione coordinata dei servizi, la dotazione alle scuole di attrezzature tecniche e sussidi didattici, la sperimentazione nelle classi.

Agli enti locali viene consegnato l’obbligo di “fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali” attraverso attività di sostegno mediante l'assegnazione di docenti specializzati. Alle istituzioni scolastiche spetta garantire le attività didattiche di sostegno realizzate con docenti specializzati.

Le due figure professionali sono chiaramente distinte: l'insegnante di sostegno, introdotto dalla Legge n. 517/1977, è un docente specializzato nella didattica per l'integrazione degli alunni con disabilità il quale assume la contitolarità di cattedra ed è assegnato alla classe e non all'alunno col compito di attuare interventi di integrazione attraverso strategie didattiche specifiche insieme agli insegnanti curricolari. L'assistente all'autonomia e alla comunicazione viene invece assegnato ad personam, col compito di facilitare la comunicazione dello studente disabile, stimolare lo sviluppo delle abilità, mediare col gruppo classe, supportarlo nella partecipazione alle attività.

Le strutture a gestione diretta

La presenza dei disabili è evidentemente importante anche per quei Comuni che hanno in gestione diretta nidi e scuole d’infanzia, a cui è assegnato proprio personale. In questo caso, il CCNL del 14 settembre 2000 prevede, sia per il personale docente delle scuole materne (art. 30) che per il personale educativo dei nidi (art. 31), che ciascun ente definisca le condizioni e le modalità ottimali per l’erogazione del servizio – 25 bambini per sezione nell’infanzia e un rapporto non superiore a 1/6 nel nido – prevedendo l’assegnazione di personale docente ed educativo d’appoggio in presenza di minori disabili.

Questo comporta l’onere per gli enti di assicurare la presenza di figure di assistenza per i minori disabili certificati e regolarmente iscritti ricorrendo a personale di ruolo o a incarichi a tempo determinato in relazione al numero degli iscritti e all’orario necessario.

Le risorse

Così come la gestione dei nidi e scuole d’infanzia anche l’assistenza scolastica per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni disabili viene assicurata con risorse di bilancio proprie dei Comuni: mentre nel primo caso è in genere prevista la compartecipazione delle famiglie, nel secondo i Comuni hanno spesso supplito alle Province a cui spetta la competenza per le scuole secondarie di secondo grado secondo quanto dispone l’art. 139 del D.Lgs. n. 112/1998.

A seguito di un annoso confronto, nel quale hanno preso parte alcune sezioni regionali di controllo della Corte dei conti che hanno confermato la competenza provinciale per gli istituti superiori, il legislatore della finanziaria 2016 ci ha messo una pezza, finanziando con risorse statali la materia. L’art. 1, comma 947, della Legge n. 208/2015 ha attribuito alle Regioni le funzioni relative all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali, a decorrere dal 1º gennaio 2016, fatte salve le disposizioni legislative regionali che già ne prevedono l'attribuzione alle Province, Città metropolitane o Comuni. Per l'esercizio delle funzioni ha attribuito un contributo di 70 milioni di euro per l'anno 2016, da ripartire con apposito Dpcm tra gli enti territoriali interessati.

Il contributo è stato rifinanziato per il 2018 ad opera dell’art. 1, comma 70, della Legge n. 205/2017, per un ammontare di 75 milioni di euro, distribuiti alle Regioni col Dpcm 21 dicembre 2018; e incrementato di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 in virtù dell’art. 1, comma 561, della Legge n. 145/2018. La distribuzione dei 100 milioni del 2019 è ancora prematura, per cui è opportuno che i Comuni interessati restino vigili per cogliere l’attimo in cui tali risorse saranno messe a disposizione al fine di organizzare e/o incrementare il servizio d’intesa con i dirigenti scolastici.

6 giugno 2019

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