Approfondimento di Amedeo Di Filippo

Pubblicata la Raccomandazione del Consiglio Ue sui sistemi di educazione e cura della prima infanzia

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di Di Filippo Amedeo
14 Giugno 2019

Approfondimento di Amedeo Di Filippo                                                                                   

Pubblicata la Raccomandazione del Consiglio Ue sui sistemi di educazione e cura della prima infanzia

Amedeo Di Filippo

 

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea C 189 del 5 giugno la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea 2019/C 189/02 del 22 maggio 2019 (vedi il file allegato), relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia. Il documento invita gli Stati membri a migliorare la qualità e ampliare l’accesso all’educazione e cura della prima infanzia e a far fronte alla carenza di infrastrutture che offrano servizi di cura per l’infanzia di qualità e accessibili a tutti i livelli di reddito, nonché a prendere in esame la possibilità di concedere alle famiglie che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale un accesso gratuito a tali servizi.

La Raccomandazione “parla” agli Stati, vincolati al raggiungimento di precisi obiettivi fissati dalle autorità europee. Ma sollecita anche i gestori dei servizi per la prima infanzia, in primis i Comuni, che gestiscono nidi d’infanzia, tipologie sperimentali e scuole d’infanzia, chiamati a riflettere sulla qualità dei servizi in frangenti di riduzione progressiva delle risorse finanziarie e umane dedicate.

Il dato fondamentale messo in evidenza dalla Raccomandazione è uno: investire nell’educazione e nella cura della prima infanzia è un buon investimento soltanto se i servizi sono di alta qualità, accessibili, a costi sostenibili e inclusivi. Anzi: solo servizi di alta qualità apportano benefici, mentre servizi di scarsa qualità hanno ripercussioni fortemente negative sui bambini e sulla società nel suo complesso. Un dato che i decisori locali devono per questo considerare con la dovuta attenzione.

Il contesto

Il documento approvato dall’organo di rappresentanza dell’Unione europea affonda le radici nell’11° principio del pilastro europeo dei diritti sociali, che sancisce il diritto di tutti i bambini all’educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità. Ciò in linea con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e con l’obiettivo di sviluppo sostenibile 4.2 delle Nazioni Unite, che prevede che entro il 2030 tutte le bambine e i bambini abbiano accesso ad attività di sviluppo infantile, a cure e a un’educazione prescolare di qualità.

È infatti noto che i bambini acquisiscono nei primi anni le basi e le capacità per apprendere lungo tutto l’arco della vita: “gettare solide basi nei primi anni è il presupposto per sviluppare competenze di livello superiore e per garantire il successo educativo-formativo, oltre ad essere essenziale per la salute e per il benessere dei bambini. Pertanto, l’educazione e la cura della prima infanzia devono essere considerate come la base dei sistemi d’istruzione e di formazione e devono costituire parte integrante di tutto il percorso educativo”.

La partecipazione alle attività di educazione e cura della prima infanzia è utile per tutti i bambini e in special modo per quelli che provengono da contesti svantaggiati. Contribuisce a prevenire la formazione di carenze precoci di competenze ed è dunque uno strumento fondamentale per contrastare le disuguaglianze e la povertà educativa.

La qualità

Qualità vuol dire essenzialmente mettere il minore al centro, disporre di un ambiente sicuro e accogliente, coinvolgere le famiglie in tutti gli aspetti dell’educazione e della cura dei loro figli, includere i bambini provenienti da contesti svantaggiati, quelli con bisogni educativi speciali e disabili, i bambini in strutture di assistenza alternativa e bambini di strada, figli di genitori in stato di detenzione e di famiglie ad alto rischio di povertà e di esclusione sociale. E disporre di personale dotato di conoscenze, competenze e abilità.

La qualità è misurata in relazione a cinque dimensioni: accessibilità; personale; curricolo; monitoraggio e valutazione; governance e finanziamento. Ma è opportuno che vi sia un quadro di riferimento per la qualità, che tenga conto degli obiettivi fissati nel 2002 a Barcellona e ribaditi nel Patto europeo per la parità di genere 2011-2020. Passi avanti in questa direzione sono stati fatti da tutti gli Stati membri, ma con la Raccomandazione il Consiglio ora intende stabilire una comprensione condivisa di cosa significhi qualità nel sistema di educazione e cura della prima infanzia, con l’obiettivo di migliorarla.

Le raccomandazioni

In questo contesto, il Consiglio Ue detta agli Stati membri 13 raccomandazioni:

  1. migliorare l’accessibilità ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia;
  2. adoperarsi per assicurare che i servizi di educazione e cura della prima infanzia siano accessibili a costi sostenibili e inclusivi;
  3. sostenere la professionalizzazione del personale, compreso quello dirigente, tramite standard professionali elevati e prospettive di carriera attraenti;
  4. potenziare lo sviluppo di curricoli per i primi anni tramite l’equilibrio delle misure messe in atto per lo sviluppo socio-emotivo e cognitivo, la partecipazione, l’empatia, le opportunità di contatto con le lingue, l’uso appropriato di strumenti digitali e nuove tecnologie emergenti, la collaborazione col personale della scuola primaria;
  5. promuovere un monitoraggio e una valutazione trasparenti e coerenti dei servizi;
  6. mirare a garantire un finanziamento adeguato e un quadro giuridico per l’offerta di servizi;
  7. rappresentare le esperienze e i progressi compiuti riguardo all’accessibilità e alla qualità dei sistemi di educazione e cura della prima infanzia;
  8. agevolare lo scambio di esperienze e di buone pratiche fra gli Stati membri;
  9. sostenere la cooperazione fra gli Stati membri organizzando attività di apprendimento e consulenza tra pari;
  10. sostenere la cooperazione con la rete dell’OCSE sull’educazione e cura della prima infanzia allo scopo di facilitare la diffusione dei risultati ed evitare duplicazioni;
  11. sostenere lo sviluppo di servizi mettendo a disposizione i finanziamenti dell’Unione, in particolare nel quadro del programma Erasmus+ e, ove opportuno, dei fondi strutturali e d’investimento europei, incluso INTERREG;
  12. proporre un parametro di riferimento o un obiettivo europeo aggiornato per l’educazione e la cura della prima infanzia nell’ottica della fornitura di servizi;
  13. riferire al Consiglio in merito al seguito da dare alla Raccomandazione conformemente alle modalità di comunicazione previste dai quadri e dagli strumenti esistenti.

11 giugno 2019

 

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