Approfondimento di Amedeo Di Filippo

Statistiche sulla povertà 2018, dall’Istat informazioni preziose per le politiche sociali dei Comuni

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di Di Filippo Amedeo
21 Giugno 2019

Approfondimento di Amedeo Di Filippo                                                                           

Statistiche sulla povertà 2018, dall’Istat informazioni preziose per le politiche sociali dei Comuni

Amedeo Di Filippo

 

Oltre 1,8 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta, il 7% del totale, per un numero complessivo di 5 milioni di individui; i livelli sono quelli massimi dal 2005 ma il trend si arresta dopo tre anni di crescita. Sono i dati salienti messi a disposizione dall’Istat nel rapporto sulla povertà nell’anno 2018, le cui analisi sono di estremo interesse per i decisori pubblici, con particolare riferimento alle amministrazioni locali impegnate nella gestione di misure e strumenti di contrasto alla povertà, non ultimi quelli previsti dal Reddito di cittadinanza.

La povertà assoluta

L’Istituto di statistica rileva le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia di povertà assoluta soprattutto nel Mezzogiorno (9,6% nel Sud e 10,8% nelle Isole) e nelle aree metropolitane (7%): oltre 1,8 milioni di famiglie per 5 milioni di individui, con limitate variazioni rispetto al 2017. Gli stranieri sono oltre un milione e mezzo, con una incidenza pari al 30,3%.

Il maggior numero di poveri risiede nelle regioni del Mezzogiorno (46,7%), il 37,6% nelle regioni del Nord, con circa 1 milione e 900mila individui (il 22,7% nel Nord-ovest e il 14,8% nel Nord-est). Anche il confronto per tipologia comunale evidenzia lo svantaggio del Sud e delle Isole: l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta nelle aree metropolitane è de 13,6%, valore che raggiunge il 15,7% nel Sud.

La povertà assoluta risulta maggiore tra le famiglie numerose e quelle monogenitore: è pari all’8,9% tra quelle con quattro componenti e raggiunge il 19,6% tra quelle con cinque e più; aumenta in presenza di figli conviventi, soprattutto se minori, passando dal 9,7% delle famiglie con un figlio minore al 19,7% di quelle con 3 o più figli minori.

La diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio e colpisce 1.260.000 minori (12,6%); le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 725mila, con un’incidenza dell’11,3%, fortemente variabile a seconda della condizione lavorativa della persona di riferimento. La povertà assoluta per le famiglie di soli italiani con minori è pari al 7,7% ma interessa quasi una famiglia ogni tre in quelle composte da soli stranieri con minori (31%). L’incidenza è molto differenziata a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, con una situazione particolarmente critica per chi vive in affitto.

La povertà relativa

Le famiglie in condizioni di povertà relativa sono poco più di 3 milioni (11,8%), per un totale di quasi 9 milioni di individui (15%). Rispetto al 2017, il fenomeno si aggrava nel Nord (da 5,9% a 6,6%), in particolare nel Nord-est. Il Mezzogiorno, invece, presenta una dinamica opposta (24,7% nel 2017, 22,1% nel 2018), con una riduzione dell’incidenza sia nel Sud (da 24,1% a 22,3%) che nelle Isole (da 25,9% a 21,6%).

Le famiglie con tre o più figli minori hanno una incidenza di povertà relativa quasi tre volte superiore a quella media nazionale (33,1% contro 11,8%); più basso, invece, il valore per le famiglie in cui sono presenti 2 o più anziani (10,6%). Analoga dinamica ha l’incidenza in relazione alla posizione lavorativa della persona di riferimento, alla residenza nei piccoli Comuni (soprattutto del Nord) e della cittadinanza, con numeri triplicati per le famiglie con almeno uno straniero.

La conclusione cui giunge l’Istat è che nel 2018 le famiglie “sicuramente” povere sono stabili al 6,2% (12,6% nel Mezzogiorno). Quelle “appena” povere sono il 5,5% (9,5% nel Mezzogiorno), di cui il 3,1% (5,2% nel Mezzogiorno) presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà. È “quasi povero” il 7,5% delle famiglie, mentre il 3,5% ha valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre 10% (5,3% nel Mezzogiorno).

18 giugno 2019

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