Utilizzo avanzo libero per finanziare spese per accatastamento immobili comunali
Risposta del Dott. Ennio Braccioni
Approfondimento di Enrica Daniela Lo Piccolo
Servizi Comunali Bilancio preventivoApprofondimento di Enrica Daniela Lo Piccolo
Utilizzo proventi alienazioni beni immobili
Enrica Daniela Lo Piccolo
Gli enti locali devono utilizzare i proventi derivanti dall’alienazione di beni immobili appartenenti al patrimonio immobiliare disponibile per la riduzione del debito e prioritariamente all’estinzione anticipata dei mutui.
La Corte dei Conti, sez. reg. controllo Piemonte, con la deliberazione n. 32/2018/PAR dell’11 luglio 2018 ha chiarito i profili applicativi dell’art. 56-bis, comma 11 della legge n. 98/2013, alla luce delle modifiche introdotte nella stessa dalla legge n. 125/2015, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 189/2015.
La norma, infatti, impone agli enti territoriali di destinare in via prioritaria, in sede di predisposizione del bilancio di previsione, all’estinzione anticipata dei mutui e quindi alla riduzione del proprio indebitamento, la quota del 10 per cento delle risorse nette derivanti dall'alienazione del patrimonio immobiliare disponibile e la restante quota a spese di investimento.
Inoltre, il dato normativo stabilisce che qualora nel corso dell’esercizio l’ente non abbia provveduto ad estinguere anticipatamente prestiti, la parte non utilizzata deve confluire, in sede di rendiconto, nella parte vincolata dell’avanzo d’amministrazione, in aggiunta all’eventuale quota confluita allo stesso titolo negli esercizi precedenti, e potrà essere utilizzata nel momento in cui l’ente decida di procedere alla estinzione anticipata.
L’obbligo che incombe sugli enti locali di destinare la particolare percentuale alla riduzione del proprio indebitamento, non consente agli stessi alcun margine di discrezionalità, poiché il legislatore ritiene tale fine come prevalente.
La Corte dei Conti ha, peraltro, rimarcato più volte la rilevanza del principio della corretta evidenziazione contabile delle entrate vincolate e destinate, ai fini di una veritiera rappresentazione della situazione finanziaria dell’ente e della salvaguardia degli equilibri di bilancio.
I proventi acquisiti mediante l’alienazione dei beni del patrimonio disponibile sono quindi entrate soggette a vincoli di destinazione derivanti in modo specifico dalla normativa, che prevede tali finalità come prioritarie, senza alcuna possibilità da parte dell’ente di disporre di tali somme in maniera difforme a quanto prescritto.
La Corte dei Conti evidenzia anche un altro aspetto del quale le amministrazioni locali devono tener conto: solo alcune disposizioni speciali consentono in via eccezionale di utilizzare le entrate derivanti dall’alienazione dei beni patrimoniali disponibili per finanziarie spese correnti (es. da alcune norme del d.lgs. n. 267/2000 quando l’ente versi in situazione di dissesto o abbia fatto ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale o per la conservazione degli equilibri di bilancio), ma gli enti possono fare ricorso alle deroghe esclusivamente a fronte della ricorrenza dei particolari presupposti.
Le amministrazioni, pertanto, devono necessariamente analizzare il proprio quadro debitorio ed elaborare in rapporto allo stesso adeguate strategie per la sua riduzione, facendo leva in particolare sull’alienazione dei beni del patrimonio disponibile.
16 luglio 2018
Risposta del Dott. Ennio Braccioni
Risposta del Dott. Eugenio De Carlo
Corte Costituzionale – Sentenza 17 aprile 2025, n. 49 e comunicato stampa
Risposta del Dott. Matteo Barbero
Ministero dell’Economia e delle Finanze – 15 aprile 2025
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