Il decreto di agosto prevede anche la riscrittura del calendario per i versamenti fiscali sospesi nei mesi scorsi, con in vista due nuove proroghe, ovvero la moratoria per i mutui e quella riguardante la riscossione, che dovrebbe influire nella quota disavanzo dedicata al Fisco, portandola a quota 4 miliardi. Con il decreto si porteranno fino a novembre le cartelle fiscali, tra cui pignoramenti, solleciti e ipoteche, oltre a quelle che sono già sulla strada della rateazione.
Con questi provvedimenti ad ampio spettro, l’amministrazione finanziaria tenta di venire in aiuto a chi non riesce ad essere puntuale con gli obblighi finanziari, che senza tali proroghe sarebbero ripartiti dal 1° settembre. Un grosso problema per molti contribuenti (imprese e persone fisiche) che ancora adesso hanno problemi di liquidità a causa del rallentamento dell’economia giunto come conseguenza alla pandemia da Covid-19. Problema che ha portato tali provvedimenti a diventare i più importanti dell’agenda fiscale.
Una sospensione per ora limitata ad altri due mesi, a causa anche delle difficoltà di copertura: in termini di cassa, slittando all’interno dell’anno, spostare le scadenze porta solo ad un effetto finanziario, mentre se i pagamenti vengono spostati oltre dicembre portano a contraccolpi sui saldi di finanza pubblica. In quest’ultimo caso abbisognano quindi della citata copertura. Quindi lo slittamento a novembre non avrebbe un grosso impatto sui saldi, limitando invece il problema a code di pagamenti.
Eppure il nuovo stop (in linea con le varie norme introdotte dal mese di marzo ad oggi) coinvolgerebbe anche gli enti territoriali, portando a potenziali difficoltà di media entità sulla cassa, soprattutto dei sindaci. Difficoltà che dovrebbe ottenere respiro grazie al miliardo di euro in aiuti destinato proprio a Regioni ed enti locali proprio dal decreto di agosto.
Anche le partite Iva che si sono viste sospendere i pagamenti nei mesi di crisi, avrebbero dovuto saldare in quattro rate mensili da settembre a dicembre, ma grazie al nuovo deficit da 25 miliardi, con cui trova sostegno il decreto di agosto, anche tali scadenze potrebbero essere prorogate, giungendo forse anche ad un taglio degli importi pari al 50% per quest’anno, con il restante 50% saldabile tra 2021 e 2022.
Infine, si parlava anche di una proroga per la moratoria sui mutui, sempre a causa delle numerose difficoltà in cui si stanno ancora ritrovando molte famiglie, una proroga che in questo caso non porterebbe ad alcun impatto diretto, sui saldi e sui conti della casse della finanza pubblica.
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