La continua crescita dei contagi dovuti al Covid19 ha portato il Governo italiano ad introdurre ulteriori e nuove misure restrittive, dirette al contenimento e al contrasto dell’emergenza sanitaria. Infatti, domenica 18 ottobre è stato emanato un nuovo D.P.C.M., che introduce nuove disposizioni per quanto riguarda i locali, soprattutto quelli della movida che sono ritenuti i più esposti al rischio contagio essendo frequentati in particolare dai giovani, spesso senza indossare le mascherine. Il decreto introduce misure anche per i trasporti e la scuola, mira al rafforzamento dello smart working, oltre a prevedere la facoltà riservata ai Sindaci di poter disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare assembramenti.
Per quanto riguarda i locali della ristorazione è stata fissata la loro chiusura alle ore 24.00, con successiva riapertura non prima delle ore 5.00, prevedendo la presenza di un massimo di sei persone a tavolo, mentre nei bar, nei pub e negli altri locali della movida la somministrazione delle bevande in piedi all’esterno viene consentita fino alle 18.00, dopodiché sarà possibile consumare in questi locali solamente al tavolo. Rimane consentita la ristorazione con consegna a domicilio senza limiti di orario nel rispetto delle norme igienico-sanitarie mentre fino alle 24.00 è permessa la ristorazione con asporto, con espresso divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
Con il nuovo DPCM sono state sospese tutte le attività ritenute non essenziali, come i convegni ed i congressi, ad eccezione di quelli svolti con modalità a distanza, e sono state sospese fiere e sagre locali, rimanendo consentite però le manifestazioni fieristiche a livello nazionale ed internazionale.
A differenza di quanto trapelato dagli organi di informazione nei giorni precedenti l’emanazione del decreto, sono rimasti aperti i negozi di parrucchieri ed i centri estetici, così come le palestre e le piscine, anche se per quest’ultime due attività il Presidente del Consiglio ha precisato che tra una settimana verrà presa una decisione definitiva sulla loro apertura o meno, prevedendo che qualora tali attività non si adegueranno ai protocolli prestabiliti, verranno chiuse.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale viene confermata dal decreto la capienza all’80% e al fine di evitare assembramenti all’interno dei mezzi, viene consentito l’utilizzo degli autobus turistici per potenziare i trasporti.
Altro snodo cruciale del decreto riguarda la scuola dove si sono registrati nelle ultime settimane casi di positività tra studenti, insegnanti e personale scolastico. A tal fine è stata prevista una rimodulazione degli ingressi e delle uscite dalle scuole, prevedendo una più ampia fascia oraria, eventualmente ricorrendo a turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso avvenga non prima delle 9.00. Viene previsto un ricorso alla didattica integrata per le scuole secondarie di secondo grado, e per l’Università la didattica a distanza.
Ulteriore passaggio del decreto riguarda un rafforzamento dello smart working, prevedendo nella Pubblica Amministrazione che il 75% del personale debba lavorare in tale modalità; viene comunque raccomandato anche ai datori di lavoro privati di ricorrere a tale modalità lavorativa qualora le mansioni da svolgere lo consentano.
Con il decreto viene introdotto il potere dei Sindaci di poter disporre la chiusura al pubblico dopo le ore 21 delle vie o delle piazze nei centri urbani, luoghi dove si possono creare assembramenti di persone. Tale disposizione ha provocato numerose polemiche da parte dei primi cittadini che si sono sentiti lasciati soli dal Governo, e abbandonati di fronte alla gestione di questa emergenza sanitaria, coi Sindaci delle principali città italiane che ritengono tale misura un modo per scaricare la responsabilità del coprifuoco. È dovuto quindi intervenire il Governo, chiarendo che lo Stato non ha abbandonato i Comuni, decidendo ora di affiancare ai Sindaci i Prefetti che decideranno le chiusure anti-movida con i Comuni.
Infine, si segnala che alcune Regioni, quali la Lombardia, la Campania ed il Lazio, nelle quali si stanno concentrando il maggior numero di casi di contagio da coronavirus, hanno disposto misure restrittive più stringenti quale il "coprifuoco" dalle ore 23.00 alle 05.00; in tali Regioni ci si potrà spostare solamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.
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