L'Italia è ancora ferita dal crollo del Ponte Morandi sull'autostrada Genova-Savona, che ha causato numerose vittime, per questo il governo ha annunciato di voler migliorare e introdurre nuove norme per le concessioni stradali. Nel nuovo testo di regole che il premier Giuseppe Conte ha dichiarato di voler presentare a breve, si dovrebbero trovare norme per obbligare ai concessionari di investire di più e legare i rincari tariffari ai miglioramenti effettivi delle autostrade, ma queste modifiche e novità sono destinate a farsi attendere per anni o più probabilmente decenni.
Con la procedure di decadenza aperta in seguito alla tragedia di Genova nei confronti di Autostrade per l'Italia, si è registrato un calo nelle azioni del settore. Questo calo sarebbe da imputare a un fattore emozionale, perché per ora, per settembre, Conte ha richiesto soltanto piani per avere più efficaci e robuste manutenzioni, quindi i costi per i gestori non dovrebbero aumentare molto nel breve termine, non apportando particolari oneri alle società coinvolte. Questo perché le nuove norme più obbliganti potranno entrare in vigore solo con le future concessioni, non a quelle attualmente in atto, che scadranno solo tra diversi anni. Anche nel caso le nuove norme fossero approvate quest'oggi, coinvolgerebbero (tra un anno) solo tre autostrade in concessione alla Salt (il gruppo Sias, famiglia Gavio): Parma-La Spezia, Levante-Livorno, Viareggio-Lucca. Questo perché la concessione della Salt scadrà il 31 luglio 2019.
Le altre concessioni saranno bloccate per anni, si parla infatti del 2026, quando scadrà quella per le tangenziali di Milano gestite dalla Milano-Serravalle. Poi dal 2026 al 2056 molte altre concessioni vedranno la loro scadenza. Questa datazione delle scadenze così avanti nel tempo, è avvenuta perché in Italia sia è fatto di tutto per non mettere in gara le concessioni scadute e prorogare quelle esistenti, in contrasto con le normative UE sulla concorrenza. Sfruttando gli spazi presenti in queste, il precedente ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, in cambio di nuovi investimenti (tra cui quello della Gronda di Genova) è riuscito a prorogare la concessione Aspi (dopo il crollo del Ponte Morandi sotto procedura di decadenza) dal 2038 al 2042, e unificare le concessioni Sias in regione Piemonte, in cambio dell'ultimazione della Asti-Cuneo. Questa manovra in Piemonte, coinvolge anche la proroga, dal 2026 al 2030, della concessione per la A4 Torino-Milano, e l'impegno da parte dello Stato di indire un bando di gara congiunto per le concessioni autostradali Ativa (Torino-Quincinetto-Ivrea e tangenziali torinesi) e Satap A21 (Torino-Piacenza), in scadenza o già scadute, entro il 2019. Queste ultime potevano essere tra le prime a dover seguire le nuove e future normative di gestione, invece, in questo modo, ne saranno soggette solo a partire dalla futura scadenza, nel 2030.
Più incerte le situazioni che coinvolgono la concessione della ex Autovie Venete (riguardanti soprattutto la Venezia-Trieste), ora scaduta, ma con possibilità di prolungamento prevista se gli enti pubblici che la controllano ne avessero costituito altre a capitale interamente pubblico. Costituzione attualmente in corso. Altra incertezza verte sul modo e il momento in cui le nuove regole coinvolgeranno la Sam, che si occupa della Napoli-Salerno, nonostante la sua concessione sia scaduta, perché può farlo fino al riconoscimento di un nuovo gestore tramite gara. Altra situazione confusa è quella della Serenissima (che si occupa della Brescia-Padova e della Rovigo-Valdastico), acquistata dalla Abertis e destinata per questo a passare sotto il gruppo Atlantia, che potrebbe beneficiare di una proroga fino al 2026, in cambio dell'ultimazione del tracciato fino a Trento, che presenta però molti problemi di autorizzazioni.
Insomma, se i precedenti governi hanno accordato fin troppo alle varie società in fatto di concessioni autostradali, il governo presente non può certo continuare a dichiarare di poter imporre nuove regole per un veloce cambio nella questione gestione autostrade, perché se questi cambi ci saranno, prevedono una decorrenza di molti anni.
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