Tra norme e modifiche alle stesse apparse negli ultimi mesi, il quadro degli ammortizzatori sociali previsti dal governo per portare aiuti in seguito all’emergenza per il Covid-19 è tutt’altro che chiaro. Muoversi attraverso l’intrico di misure disposte risulta complicato; tanto le disposizioni legislative che le indicazioni di prassi sono comparse a raffica. Sono ben 25 gli atti emanati dall’Inps dal 12 marzo ad oggi, tra messaggi e circolari, a cui si aggiungono le disposizioni interne, i comunicati stampa e le ovvie Faq per cercare di portare chiarezza.
In primo luogo, la difficoltà per un’azienda è quella di individuare lo strumento al quale può accedere, non essendo stata predisposta una univoca tipologia di integrazione salariale Covid. Tra le opzioni ci sono: cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione per il settore agricolo (Cisoa), cassa integrazione in deroga (con una specifica differenza per aziende con sedi in oltre cinque regioni), assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale (Fis) o dei Fondi di solidarietà bilaterali alternativi. Altra regola interviene per le aziende che avevano già in corso trattamenti di cassa integrazione straordinaria o assegni di solidarietà del Fis all’inizio dello scoppio dell’emergenza.
Anche le procedure gestionali cambiano a seconda dell’istituto, riguardo le durate, istanze e tempistiche da rispettare per criteri di fruizione, adempimenti e modalità di pagamento. Lo stesso apparato di regole si sta ancora evolvendo senza essere in procinto di giungere a una netta definizione; anche dopo il punto di riferimento portato con il Dl 18/2020 del “Cura Italia”, che la legge 27/2020 ha convertito, ci sono state modifiche in fase di conversione di legge con il Dl 34/2020.
Intanto gli ispettori hanno iniziato i controlli sui comportamenti tenuti dai datori di lavoro; dopo la sospensione causata dallo scoppio dell’emergenza da Covid-19, l’Ispettorato nazionale del lavoro ha avviato le verifiche sulla legittima e corretta fruizione degli ammortizzatori sociali per l’emergenza, da parte dei lavoratori interessati e delle aziende. Tra i compiti dell’azienda c’è quello di controllare se le norme richiedono specifici accordi ed in caso raggiungerli, oltre che il rispetto degli obblighi di informativa e consultazione sindacale.
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