La Rivista del Sindaco


LO SPRAR SI STA DIMOSTRANDO UN SUCCESSO

Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
12 Ottobre 2017

Intervento del direttore centrale per le Politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo all’assemblea nazionale Anci

Sprar, ecco l’Italia che accoglie «Ma dobbiamo fare di più» (di Paolo Viana su “Avvenire” del 12 ottobre 2017) 
La rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) è un successo e può vantare numeri di tutto rispetto. Lo ha detto a Vicenza, dove si sta svolgendo la XXXIV assemblea nazionale dell’Anci, il prefetto Rosetta Scotto Lavina, direttore centrale per le Politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo. Se fino al 2012 la gestione dei migranti rientrava quasi sempre tra le competenze della Protezione civile, come lo sono le alluvioni e i terremoti, ora l’emergenza è stata trasformata in “ordinaria amministrazione”. Almeno nel caso degli oltre 1.100 Comuni che aderiscono alla rete Sprar e che gestiscono 768 progetti finanziati per un totale di oltre 31.000 migranti assistiti. Numeri importanti che però dicono come allo Sprar collabori, per il momento, soltanto un Comune su sette (sebbene siano coinvolti tutti quelli di grandi dimensioni). Gli arrivi di nuovi migranti sono al momento in calo - del 30% circa - ma lo Sprar continua a crescere (nel 2012 la rete disponeva soltanto di circa 3.000 posti), seppur con un forte squilibrio territoriale. Infatti la maggioranza dei progetti finanziati si concentra al Sud e nel Centro Italia. Non soltanto perché al Nord molti sindaci preferiscono correre il rischio di “subire” (perché imposto dai prefetti) un Cas - Centro di accoglienza straordinaria - piuttosto che aderire volontariamente allo Sprar, ma anche perché esiste una predisposizione di alcuni territori alla collaborazione - e i progetti Sprar hanno spesso una dimensione intercomunale - e poi anche perché i Comuni del Mezzogiorno sono in prima linea e l’adesione consente una risposta più strutturata al problema dell’immigrazione. Anche la scelta dell’adesione non rappresenta comunque “un percorso semplice” per un Comune: infatti la fondazione che gestisce la rete Sprar per conto dell’Anci - Cittalia - lavora molto sulla formazione per rafforzare le competenze dei sindaci e dei funzionari impegnati nelle reti territoriali per l’integrazione.  

La diffusione della rete in modo equilibrato su tutto il territorio nazionale è una priorità per il Governo, e infatti rappresenta un pilastro del “Piano nazionale di integrazione dei titolari di protezione internazionale”, varato lo scorso 26 settembre dal ministro Minniti. Il prefetto Scotto Lavina ha ribadito, nel corso del suo intervento all’assemblea, i tanti progressi fatti negli ultimi anni, sottolineando come ormai si sia creata una «rete multilivello che coinvolge diversi ministeri e i Comuni ma anche migliaia di soggetti del terzo settore e del volontariato, la cui opera è preziosissima. Nei prossimi anni dovremo rendere i Comuni ancor più protagonisti di questo servizio, che oltre tutto, ci garantisce il controllo delle risorse pubbliche». Una prospettiva fatta propria dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, che però, dopo aver polemizzato un po’ con chi, a livello di Unione europea, non vuole i rifugiati, se l’è presa anche con chi tra i suoi colleghi fa lo stesso in Italia: «E’ impensabile che, all’interno del nostro Paese, la gestione dell’accoglienza sia lasciata sulle spalle di alcuni sindaci di frontiera. E’ impensabile, ma soprattutto profondamente ingiusto». Inoltre, sempre su quello che è uno dei fronti più caldi tra i tanti gestiti dai Comuni, Decaro ha chiesto un “bonus di comunità”, ovvero «un investimento a favore dei cittadini residenti del territorio che accoglie, un ulteriore stimolo per far crescere il numero di Comuni che partecipano al sistema Sprar».

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