La Rivista del Sindaco


UN'ANAGRAFE FUORI STANDARD

Stazzema mette on line l’anagrafe virtuale antifascista e molti Consigli votano mozioni per vietare la concessione di spazi pubblici ai gruppi razzisti e xenofobi
Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
31 Gennaio 2018
L’ultima iniziativa, e sicuramente la più “forte”, arriva dal Comune di Stazzema, circa 3.000 anime in provincia di Lucca, che ha da pochi giorni messo in linea un’anagrafe antifascista virtuale (www.anagrafeantifascista.it) - cui possono iscriversi privati cittadini, associazioni ed Enti – e che in questo preciso momento è in procinto di raggiungere quota 15.000 iscritti. Stazzema e, in particolare la frazione di Sant’Anna, è tristemente legata ad uno dei più efferati eccidi compiuti dalle SS tedesche (con la complicità di alcuni italiani appartenenti alle Brigate nere repubblichine) sul suolo italiano: lì, il 12 agosto del 1944, 560 civili, in massima parte donne, vecchi e bambini (il più piccolo di 20 giorni), vennero trucidati senza preavviso e senza nessuna “giustificazione” riconducibile alla seppur perversa logica nazista della rappresaglia.
 
Una tragica memoria che evidentemente non si è persa in quei luoghi, e che ha portato a intraprendere un’iniziativa come l’anagrafe antifascista perché, come leggiamo sul sito istituzionale del Comune: “si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti ed ideologie che dovrebbero appartenere al passato”. E in effetti negli ultimi anni, in particolare nel 2017 appena conclusosi, si è assistito ad un allarmante protagonismo di gruppi e formazioni che si definiscono apertamente neofasciste, quando non direttamente neonaziste, e che, fino a qualche anno fa, erano sì presenti nella società italiana, ma apparentemente relegate al margine della scena politica e non sulla ribalta (o una porzione di questa comunque preoccupante) come avviene oggi. E’ anche per questo che molti Comuni sparsi per la penisola – ovviamente tra mille polemiche anche perché le elezioni generali sono sempre più prossime e il clima è quello che è – hanno votato delle delibere per vincolare le loro amministrazioni a non concedere spazi pubblici ad iniziative di gruppi legati al neofascismo o che, ma spesso è la stessa cosa, hanno posizioni apertamente razziste, xenofobe, antisemite, omofobe o non rispettose dei diritti umani.
 
Molti di questi Comuni, anche di grandi dimensioni (come Milano, Torino, Bergamo, Brescia, Bologna, Pisa, Siena, Reggio Emilia), sono a guida PD o M5S e le mozioni sono generalmente passate tra le proteste delle opposizioni che hanno parlato di “iniziative strumentali”. In altri, meno numerosi, a guida centrodestra o Lega le mozioni presentate dalla minoranza sono state rispedite al mittente. E’ il caso, ad esempio, della Regione Liguria o del Comune di Lerici, in provincia della Spezia, uno dei pochi Comuni liguri ad aver votato contro con la motivazione – tecnicamente ineccepibile – che il rifiuto del fascismo è già compreso nella Costituzione. In altri ancora, come nel Comune di Catanzaro, a guida centrodestra, lo scorso 27 gennaio (Giornata della Memoria) si è scelto di concedere la biblioteca comunale – spazio normalmente non facile da ottenere – ad un’iniziativa del leader di Casapound, formazione che considera ufficialmente la Shoah una sorta di “incidente di percorso”, esagerato ad arte dalle vittime.
 
Molti i Comuni toscani, grandi o piccoli ma a guida centrosinistra, ad aver votato una delibera contro la concessione degli spazi, con l’eccezione di Cascina – enclave leghista in provincia di Pisa – dove la mozione è stata bocciata tra mille polemiche. Lo scorso 30 gennaio, poi, una delibera analoga è stata adottata dal Consiglio della Regione Toscana. Infine interessante il caso di Genova, città amministrata dal centrodestra ma tradizionalmente molto legata ai valori della Resistenza e dove, recentemente, ha destato molto scalpore l’aggressione subita da un gruppo di ragazzi antifascisti – con un ferito da accoltellamento - ad opera di militanti di Casa Pound. Qui il percorso della mozione proposta dall’opposizione è stato molto accidentato, con un primo tentativo naufragato in bagarre, ma alla fine maggioranza (con l’eccezione di Fratelli d’Italia) e opposizione sono riusciti a mettersi d’accordo e la mozione è passata. Grazie alla mediazione del sindaco Marco Bucci e al fatto che, accanto ai comportamenti fascisti, venissero stigmatizzati nel testo anche quelli di “violenti, sovversivi, finalizzati al terrorismo e integralisti”.
Insomma: è triste che nel nostro Paese la condivisione di determinati valori che dovrebbero essere ritenuti fondanti – e di fatto sono iscritti nella Costituzione – debbano essere invece motivo di polemica politica, a volte anche da parte di chi dichiara di condividerli.

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