L'incontro del coordinamento Anci delle Città metropolitane tenutosi a Venezia: unità di intenti al di là dei differenti colori politici
di
La Posta del Sindaco
05 Febbraio 2018
Si è tenuta lo scorso 1 febbraio a Venezia una riunione del coordinamento Anci dei sindaci metropolitani, un incontro particolarmente importante perché avvenuto a ridosso delle prossime elezioni nazionali. Un dato significativo che riportiamo, e che è stato ribadito sia dal sindaco metropolitano ospitante, Luigi Brugnaro del centrodestra, sia dai colleghi del centrosinistra Antonio Decaro - sindaco della Città metropolitana di Bari e presidente dell’Anci – e Dario Nardella, coordinatore delle 14 Città metropolitane e sindaco di quella di Firenze, riguarda la volontà forte dei sindaci metropolitani di fare “fronte comune”, al di là delle diverse appartenenze politiche, nei rapporti con il nuovo Governo che verrà, qualunque esso sia, così come con gli altri interlocutori istituzionali, Regioni in primis.
L’incontro è stato organizzato con lo scopo di mettere a punto una strategia per consentire un rilancio delle Città metropolitane e, in questo senso, è stata annunciata l’intenzione di sottoporre, prima delle elezioni, una proposta di agenda urbana a tutte le forse politiche e coalizioni in campo. La riunione ha preso avvio anche da alcuni spunti contenuti in uno studio realizzato da Intesa Sanpaolo che, tra le altre cose, hanno evidenziato come, tra il 2013 e il 2017, le Città metropolitane siano cresciute in misura maggiore rispetto al resto del Paese, sfiorando mediamente la soglia del 4% e, nei casi di Firenze, Bologna, Milano e Napoli oscillando tra il 4,5 e il 6%. Se il dato nazionale sull’occupazione è fermo all’1%, nelle grandi aree metropolitane è arrivato all’1,2%. E qui si registra anche la maggiore presenza di imprese multinazionali (il 56% di quella totale nel Paese), di nuove imprese (il 48%) e di studenti universitari (il 63%).
«Le Città metropolitane – ha esordito il presidente dell’Anci in conferenza stampa – sono i luoghi in cui si concentrano le maggiori opportunità e, allo stesso tempo, le maggiori criticità. Nei loro territori vivono 22 milioni di abitanti, da qui bisogna ripartire con decisione per lo sviluppo dell’intero Paese». Tema sul quale ha insistito anche il coordinatore Dario Nardella: «La ripresa dell’Italia sarà tanto più forte, sostenibile e veloce tanto più le Città metropolitane saranno coinvolte come parte attiva e non come destinatarie di decisioni prese da altri». Il problema di un rapporto non sempre facile delle Città con le rispettive Regioni che, a detta dei sindaci, tenderebbero a travalicare il ruolo di pianificazione loro assegnato è emerso in più punti, e lo stesso Nardella ha ribadito: «il rapporto diretto con lo Stato è fondamentale, la mediazione con le Regioni spesso non aiuta. Le Città metropolitane sono il motore delle Regioni, la porta d’ingresso per competitività e qualità della vita. Non possiamo prescindere da alcune autonomie».
E’ anche per questo motivo, per una richiesta di maggiore autonomia su alcune materie, come ad esempio quella del trasporto pubblico locale, e di una migliore sinergia tra Città, Comune capoluogo e Regione che i sindaci metropolitani chiedono che la legge Delrio venga sottoposta ad una sorta di “tagliando” di verifica. Tra le maggiori criticità emerse quella legata all’emergenza smog, rispetto alla quale le Città stanno predisponendo una sorta di “piano di disinquinamento”, potendo contare anche su un’importante dotazione finanziaria: 1,4 miliardi per investimenti infrastrutturali già assegnati, più altri 6 che sono stati promessi. Inoltre, ha affermato Decaro, ci sono anche i 200 milioni di euro all’anno che sono stati garantiti fino al 2032 per la sostituzione del parco mezzi del Tpl.
Un’altra criticità importante denunciata dai sindaci riguarda il tema della sicurezza urbana, del decreto Minniti e delle troppe responsabilità e dispendio di risorse che la sicurezza per garantire lo svolgimento dei grandi eventi richiede ai sindaci. Su questo ultimo punto ha particolarmente insistito il primo cittadino metropolitano di Napoli, Luigi De Magistris che, inoltre, in merito alle linee guida di prossima emanazione per determinare le aree in cui sarà possibile l’applicazione del daspo urbano, ha chiesto che ai sindaci vengano forniti degli strumenti per poter emettere ordinanze efficaci. Mentre il sindaco metropolitano di Catania, Enzo Bianco, si è spinto a chiedere non un semplice decreto sulla sicurezza urbana, ma una nuova legge del Parlamento.
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