BOOM DI PROGETTI PRESENTATI DAI PICCOLI COMUNI

Piccoli Comuni, mille progetti puntano al “bonus” (di Gianni Trovati su “Il Sole 24 Ore” del 20 settembre 2017)
La misura sperimentale per il “bonus-progetti” introdotta dalla “manovrina” correttiva della scorsa primavera si è rivelata un successo al di là delle più rosee aspettative e, al termine fissato per la presentazione dei progetti del 15 settembre, sono stati circa mille quelli giunti al ministero dell’Interno. Il fondo – 5 milioni per il 2017, 15 per il 2018 e 20 per il 2019 – è stato pensato proprio per cercare di superare uno degli ostacoli che bloccano gli investimenti pubblici, ovvero una difficoltà diffusa a presentare progetti che è particolarmente avvertita negli Enti di minore dimensione, dove spesso latitano le competenze necessarie. La misura, concepita come sperimentale, è stata riservata ai Comuni con rischio sismico 1 (il più elevato). L’ordine di priorità stabilito dal provvedimento nell’assegnazione dei finanziamenti prevede che vengano privilegiati i progetti esecutivi o definitivi dei Comuni fino a tremila abitanti e gli interventi per la riqualificazione antisismica degli immobili pubblici. Ai ministeri dell’Interno e dell’Economia spetterà ora un non facile compito di selezione, anche perché se il finanziamento – oggettivamente piuttosto esiguo - dovesse essere destinato “a pioggia” per accontentare tutti, si ridurrebbe ad una cifra poco più che simbolica di circa 5.000 euro a progetto. Per questo motivo, secondo l’autore dell’articolo andrebbe prevista anche una corsia preferenziale per i Comuni che nell’ultimo consuntivo hanno presentato un’incidenza maggiore del fondo cassa rispetto al risultato di amministrazione, affinché in questo modo le risorse vengano indirizzate ai progetti che meglio possano tradursi in spesa effettiva. Possibile, sempre secondo l’autore, che nella prossima manovra venga inserito qualche correttivo ad hoc proprio per rendere possibile una pre-selezione meno difficoltosa dei progetti.Sempre per quanto riguarda i piccoli Comuni, sembrerebbe finalmente in dirittura d’arrivo il disegno di legge che li riguarda e che è atteso da ben tre legislature. L’ultima versione del testo, che unifica le proposte di Ermete Realacci (Pd) e Patrizia Terzoni (M5S), è stata approvata alla Camera nei giorni scorsi e dovrebbe arrivare oggi in Senato, forte di un accordo politico che dovrebbe riuscire ad evitargli troppi stravolgimenti. Se così sarà, la prossima settimana dovrebbe arrivare l’ok definitivo al provvedimento che istituirà un fondo di 100 milioni in sette anni – per il 2017 saranno dieci – per investimenti di riqualificazione di infrastrutture e immobili abbandonati, lo sviluppo della banda larga e il mantenimento dei servizi (a partire da quelli postali) nelle aree maggiormente a rischio di spopolamento. Il fondo potrà essere utilizzato anche per consentire ai Comuni di acquistare case cantoniere o stazioni ferroviarie abbandonate, per inserirle successivamente nei circuiti del cosiddetto “turismo lento”, o per acquistare immobili in stato di abbandono destinati, una volta ristrutturati, ad iniziative di ripopolamento dei piccoli centri.