Sappiamo benissimo che a discapito della modernizzazione e dell'uguaglianza sociale tanto decantata, l'Italia è ancora indietro in molti settori, non ultimo dei quali quello manageriale: nel 2018 la maggior parte delle aziende italiane sono guidate da uomini, nonostante ci sia stato un sensibile incremento dell'imprenditoria femminile. Nella vasta cornice del G20 di Buenos Aires (in cui si parlerà tra le altre cose di lavoro, impresa, gap digitale in finanza e agricoltura), si terrà anche il vertice Women20, a cui parteciperà una delegazione italiana guidata dall'Aidda, ovvero l'associazione delle imprenditrici e delle donne dirigenti di azienda.
Proprio in questi giorni, in preparazione dei futuri incontri argentini che partiranno dal 1° ottobre, l'Aidda ha organizzato un incontro con il Senato a Roma. L'incontro ha lo scopo principale di fornire visibilità e anche informare la stampa riguardo i punti che la delegazione italiana sottoporrà al Women20, in rappresentanza delle dirigenti e imprenditrici italiane. Come sempre l'Aidda si concentra a stabilire le basi per eque condizioni economiche, imprenditoriali e dirigenziali, indipendentemente dal sesso del manager che svolge il proprio lavoro. Basta pensare che per accedere a un credito , la percentuale di rifiuto in cui rientrano le donne è del 62% contro il 47% di un uomo che sottopone le stesse richieste. Questo, nonostante Banca Italia abbia ammesso pubblicando uno studio, che sono le donne ad essere più puntuali nella restituzione delle cifre avute in prestito.
Partendo dal tema dell'accesso al credito, l'Aidda si adopererà per sensibilizzare i colleghi del G20 in materia di uguaglianza. Oltre a questo, un'altra spinosa questione è la disparita di trattamento, in termini generici, nel mercato di lavoro, per questo l'Aidda si è prefissa anche lo scopo (assieme alle colleghe Women20) di far istituire al G20 un Osservatorio permanente sull'equità di genere, riguardo proprio il trattamento in ambiente lavorativo. Si parla poi dell'assunzione di giovani donne, che rischiano di perdere il proprio lavoro, in caso rimanessero incinta, decidendo quindi di mettere su famiglia: si richiederà la garanzia dell'accesso ad asili primavera e asili nido, in fascia oraria 7-19, e che l'obbligo di astensione dal lavoro per 5 mesi previsto per le lavoratrici prossime al parto diventi facoltativo.
Riguardo le posizioni dirigenziali, in Italia è già vigente la legge Golfo-Mosca (120/2011) che fissa al 30% la quota di presenza femminile nei comparti dei CDA di società partecipate, quotate o della pubblica amministrazione. Grazie a questa legge tra il 2012 e il 2017 la percentuale femminile in tali comparti era salita dal 65 al 35%, trovando oggi uno stallo nei limiti del 30%. Molte imprese rimangono all'oscuro riguardo i benefici, di prestigio ma anche economici, che otterrebbero inserendo personale femminile nel proprio organico, da cui la necessità di informazione. Rientrando negli standard previsti, un'azienda potrebbe richiedere una specifica revisione ottenendo il Bollino Rosa, che oltre a fornire prestigio in campo di pari opportunità, potrebbe portare a sgravi fiscali o altre agevolazioni.
In previsione della scadenza della legge Golfo-Mosca (tra poco più di un anno), l'Aidda torna a ribadire la necessità di promuovere politiche atte a stringere il divario tra uomini e donne in campo lavorativo, un divario ben presente, nonostante le varie iniziative alla sensibilizzazione.
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