Ora è il turno di Marche ed Emilia Romagna per iniziare il piano di recupero sismico (in precedenza era stata la volta di Calabria e Friuli Venezia Giulia), come riportato dalla Gazzetta Ufficiale in cui è stato pubblicato l'apposito bando di gara.
Il bando riguarda la possibilità di riqualificazione sismica per gli immobili di proprietà dello Stato nelle Marche (zona sismica 1 e 2) che coinvolge 5 lotti e prevede vari controlli tra cui: verifica di rischio sismico, audit energetico, rilievi tecnici e inoltre la stesura di un progetto per valutarne la fattibilità tecnico-economica. In provincia di Ancona sono 6 in beni in esame, in provincia di Macerata 5, in provincia di Pesaro-Urbino 5, in provincia di Ascoli Piceno 4 ed in provincia di Fermo 2. Il complessivo importo per la base d'asta si aggira intorno ai 2.300.000 euro. Le offerte degli operatori, che potranno partecipare alla procedura che sarà trattata attraverso una piattaforma telematica sia in forma singola che associata, hanno come tempo limite il 15 febbraio 2019.
Per l'Emilia-Romagna il bando riguarderà sempre 5 lotti per il piano di riqualificazione sismica, ma per un valore complessivo del servizio di circa 4 milioni di euro. Anche in questo caso, la gara pubblicata dall'Agenzia del Demanio riguarda la verifica della vulnerabilità sismica, il rilievo geometrico, architettonico, tecnologico e impiantistico da restituire in modalità Bim, la diagnosi energetica, e un progetto sulla fattibilità tecnico-economica. Tra i beni dello Stato presenti nel bando si trovano anche delle caserme della Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Finanza e Carabinieri. La data di scadenza per partecipare alla gara è il 24 gennaio.
Dopo Calabria e Friuli Venezia Giulia, anche Marche ed Emilia Romagna rientrano infine nel piano di riduzione del rischio sismico, con riqualifica dei beni statali avviato dall'Agenzia del Demanio. Il piano toccherà progressivamente anche altre regioni italiane, ovvero Abruzzo, Lazio, Basilicata, Campania, Molise, Sicilia, Umbria, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto, per un totale di 15 regioni coinvolte e oltre 800 immobili statali da riqualificare.
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