La Rivista del Sindaco


RAPPORTO ISTAT SULLE PARTECIPATE

Società Partecipate
di La Posta del Sindaco
23 Ottobre 2017

Nel 2015, ultimo anno con dati disponibili, il numero totale in leggero calo rispetto al 2014

In attesa degli effetti della riforma Madia sulla giungla delle società partecipate dalla pubblica amministrazione, che dovrebbero portare ad una significativa riduzione del loro numero, l’Istat certifica però che una prima, seppur contenuta, “sforbiciata” c’è già stata. Il rapporto “Partecipate pubbliche in Italia”, diffuso ieri dall’istituto nazionale di statistica, rappresenta la fotografia più aggiornata disponibile al momento (con dati riferiti al 2015) e ci dice infatti che il loro numero totale - 9.665 - è in calo del 2,1% rispetto all’anno precedente, mentre invece il numero totale degli addetti che vi lavorano - 882.012 - è in crescita del 4,3%. Un altro dato che dovrebbe indurre a ritenere che qualche effetto positivo, precedente alla riforma Madia e probabilmente riconducibile ai primi accenni di razionalizzazione contenuti nella legge di stabilità del 2015, è quello della riduzione del numero delle società non attive (che nel 2015 hanno presentato il bilancio di esercizio o la dichiarazione dei redditi con modello unico) diminuite del 4% rispetto al 2014. Delle imprese attive, il 61,9% è partecipato da soggetti pubblici con una quota superiore al 50% - sono quindi “controllate” - e impegnano il 73,3% degli addetti; il 13,7% è partecipato con una quota tra il 20 e il 50% e un peso in termini di addetti del 4,2% mentre il restante 24,4% è partecipato per una quota inferiore al 20% e impiega il 22,5% degli addetti. Mentre sono ancora 1.837 le società che risultano non avere alcun addetto - e che in teoria dovrebbero incappare nella mannaia della riforma - pari al 26,7% del totale delle imprese attive. La maggiore concentrazione di addetti si registra nel Centro Italia - il 55,7% del totale per il 23,5% di partecipate - con una dimensione media di 294 addetti per impresa. Un dato fortemente influenzato dalle 673 imprese che si concentrano nel Lazio, con una dimensione media di 604 addetti e un numero totale di 406.658 addetti (il 47,9% del totale). La regione con il maggior numero di imprese è invece la Lombardia: il 15,9% del totale con un 10,3% degli addetti e una dimensione media di 80 lavoratori per impresa. Il Settore di attività economica con il maggior  numero di società partecipate (983) è quello delle “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, seguito da quello di “Fornitura di acqua; reti fognarie attività di trattamento dei rifiuti e risanamento” (831 società) e da quello di “Trasporto e magazzinaggio” (728 società). Questo ultimo settore figura anche al primo posto per numero di addetti - 323.446 - seguito da quello delle “Attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari” (147.953 addetti) e dal settore “Fornitura di acqua; reti fognarie attività di trattamento dei rifiuti e risanamento” con 93.953 addetti. Il numero di società attive partecipate da almeno un’amministrazione regionale o locale ammonta a 4.844 per un totale di 344.448 addetti. Rispetto al 2014 si tratta di un decremento significativo: meno 12,7% per numero di società e meno 12% per numero di addetti.  

Il ministero dell’Economia e delle finanze è il soggetto pubblico “controllante” - in maniera diretta o indiretta - di maggiore rilevanza in termini di occupazione: 346.349 addetti pari al 55,7% del totale delle imprese a controllo pubblico. Mentre i Comuni sono i soggetti pubblici che controllano il maggiore numero di imprese: 1.505, pari al 35,4% del totale delle controllate.  Quanto ai risultati economici, complessivamente le imprese a controllo pubblico generano (al netto delle attività finanziarie e assicurative) oltre 54 miliardi di valore aggiunto (il 9,8% di quello prodotto dalle imprese dell’industria e dei servizi). In particolare nel settore della “Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” le società a controllo pubblico rappresentano il 63,8% del valore aggiunto dell’intero settore di riferimento e il 61,8% di quello della “Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento”. Infine, il 76,5% delle imprese a controllo pubblico nel 2015 ha registrato un utile di esercizio (il 72,6% nel 2014) e il 23,5% (27,4% nel 2014) una perdita. Le controllate pubbliche registrano nel 2015 perdite per circa 3 miliardi e 800 milioni di euro (con un decremento di 738 milioni rispetto al 2014) e utili per oltre 10 miliardi e 600 milioni (107 milioni in meno rispetto all’anno precedente). Il saldo complessivo è quindi positivo per circa 6 miliardi e 800 milioni di euro.  

Di seguito è possibile scaricare il rapporto dell’Istat


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