Via libera in tutte le regioni agli avanzi di amministrazione

Grazie alla legge di bilancio 2020 le regioni a statuto ordinario avranno la possibilità di anticipare di un anno lo sblocco degli avanzi di amministrazione (il fondo vincolato di entrata e di spesa e il risultato di amministrazione). Per calcolare i risultati di amministrazione utilizzabili si useranno i rendiconti di gestione 2018, come base dati di riferimenti.

Già attuata dalle sentenze della Corte costituzionale n 247/2017 e 101/2018, questa possibilità era stata prevista per comuni, province, metropoli, regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano anche dalla manovra attuale (legge 145/2019, articolo 1, comma 820).  Il ddl inviato al senato ha però una novità indicata nell'articolo 63: lo sblocco degli avanzi di amministrazione per le regioni a statuto ordinario già dal 2020. Gli enti programmeranno su una base temporale di 5 anni, l'utilizzo degli avanzi (al netto del Fondo crediti di dubbia esigibilità), delle quote capitale di rimborso prestiti, dei fondi spese e dei rischi futuri di ciascun anno di programmazione.

La relazione tecnica di accompagnamento alla Manovra, prevede che gli avanzi uniti ai fondi già disponibili grazie all'attuale legge di bilancio 2019 (articolo 1, comma 820) portino l'ammontare sull'indebitamento netto e sul fabbisogno a circa 155 milioni per il 2020, che salirà a 312 milioni nel 2021 e tornerà a calare fino a 120 milioni nel 2022.

Gli enti locali potevano disapplicare il limite sull'utilizzo del lavoro flessibile (50% della spesa sostenuta nel 2009), ma grazie alla normativa presentata nell'articolo 63, comma 5, questo verrà consentito anche alle regioni a statuto ordinario. Questo se gli enti risultano regolarmente all'interno della riduzione delle spese di personale (come dall'articolo 1 della legge 296, del 27 dicembre 2006, comma 557 e comma 562, e seguenti modificazioni).

Grazie alla manovra 2020, inoltre, la Consip si troverà a estendere il proprio ambito operativo anche alle concessioni. Così la centrale acquisti della pubblica amministrazione di proprietà del Mef si ritroverà a poter svolgere le procedure di selezione dei contraenti, potenziando così il supporto offerto alle pubbliche amministrazioni anche in ambiti merceologici (di comparto strategico o d'interesse per la spesa pubblica). Fin'ora per Consip non era stato possibile intervenire in questi ambiti proprio a causa della qualificazione contrattuale di concessione, mentre in questo modo si fissa per la centrale acquisti un nuovo ruolo, che la relazione di accompagnamento della Manovra delinea come "ottica di evoluzione basata sull'utilizza delle specifiche competenze acquisite nella gestione delle procedure di gara in mercati in cui è auspicato l'ampliamento della concorrenza e la realizzazione di affidamenti più efficienti non solo in tema di appalta di servizi ma anche di procedure per l'affidamento delle concessioni". Questa scelta è stata fatta soprattutto per le amministrazioni sprovviste delle professionalità specifiche utili a gestire le procedure di gara complesse; nel Consip avranno un utile sostegno, data la pregressa esperienza maturata per quanto riguarda la gestione di affidamenti complessi.