La Rivista del Sindaco


Tra PD e M5S intesa sulle intercettazioni ma non sulla prescrizione

Osservatorio della settimana
di La Posta del Sindaco
01 Gennaio 2020

In tema di giustizia uno degli argomenti da sempre più fonte di tensione è quello delle intercettazioni, sul quale pare PD e M5S pare abbiano trovato un’intesa al contrario di quanto avviene con la prescrizione che ancora non vede punto d’incontro. Quest’ultima infatti “entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, ma già il 7 ci rivediamo, condividendo la necessità di individuare misure per dare certezza alla durata dei processi naturali”, ecco cosa ha dichiarato Andrea Giorgis (PD) al termine dell’incontro tra le maggioranza di alcuni giorni fa.

Nel decreto “milleproroghe” è presente un pacchetto di modifiche per le modifiche già apportate alla disciplina intercettazione dall’ex-ministro della Giustizia, Andrea Orlando (oggi vicesegretario PD), allo scopo di aumentare la tutela della privacy. Modifiche che saranno però di fatto rinviate fino alla conclusione dell’iter di conversione, e saranno quindi operative solo dal 2 marzo 2020.

L’assenza di una disciplina della fase transitoria rimane una delle falle più sentite della riforma Orlando, che l’accordo della maggioranza è andato a coprire. Si tratta di una mancanza grave anche in virtù delle difficoltà di applicazione di due discipline della medesima operazione. Infatti senza una modifica o una proroga in ambito della stessa attività d’indagine, si sarebbe corso il rischio di essere obbligati all’applicazione di regole diverse per aspetti non banali, già dal 1° gennaio 2020. La nuova disciplina si applicherà solo alle intercettazioni autorizzate a fare data dall’entrata in vigore delle modifiche, stando a quanto previsto dall’accordo.

Il decreto legislativo approvato a fine 2017 ha come cardine il divieto di trascrizione, sia anche sommaria, delle comunicazioni considerate irrilevanti, per effetto di una valutazione delle polizia giudiziaria, per le indagini, e di quelle contenenti dati personali sensibili: solo data, ora e il dispositivo effettuante la registrazione dovranno essere indicate nel verbale. Tanto l’Anm quanto i procuratori stanno già ribadendo che senza poter accedere almeno ad un minimo contenuto delle intercettazioni ritenute irrilevanti è impossibile per un pubblico ministero effettuare un vero controllo. Un errore che si poteva facilmente evitare, restringendo l’area dell’irrilevanza.

Presenti anche delle perplessità da parte di avvocatura e Camere penali, che sottolineano come solo imputati dai forti mezzi economici possono permettersi un’adeguata difesa, in grado di verificare tutto il materiale frutto delle intercettazioni. Le modifiche concordate portano infine ad una maggior controllo da parte del pubblico ministero che potrà avere più spazio di manovra nel selezionare il materiale da ritenere utile per le indagini, scremandolo da quello ritenuto irrilevante. Alle difese verrà invece fornito un pieno accesso a tutto il materiale depositato.


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