La Rivista del Sindaco


AAA CERCASI SINDACO DISPERATAMENTE

Territorio e governo locale
di La Posta del Sindaco
16 Maggio 2017

Nelle prossime elezioni amministrative saranno cinque i Comuni in cui non si presenterà alcuna lista

I paesi dove nessuno vuole fare il sindaco (di Alessandro Gonzato su “Libero” del 16 maggio 2017)
Sono scaduti lo scorso sabato alle 12 i termini per presentare le liste alle elezioni amministrative che si terranno l’11 giugno. In cinque Comuni, che vanno dal sud al nord del Paese e che sono tutti al di sotto dei 5.000 abitanti, non si è riuscito a trovare un candidato sindaco, o un numero sufficiente di persone per presentare una lista. Sarà quindi - come previsto dalla legge - non un primo cittadino regolarmente eletto, ma un commissario a governare almeno per un anno al termine del quale, sempre che si riescano a trovare dei volontari disposti a candidarsi, si terranno le elezioni. Secondo la tesi avanzata dal quotidiano “Libero” la spiegazione del fenomeno è semplice: uno stipendio da primo cittadino troppo basso a fronte di un impegno troppo grande da sostenere, anche in Comuni che non arrivano alle mille anime. In almeno un caso però, visto che si parla di un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, sarebbe forse lecito ipotizzare che possa esserci dell’altro oltre alla paga troppo bassa per delle grane troppo grosse. Comunque i Comuni in cui non si terranno le elezioni per mancanza di candidati sono: Penna San Giovanni (1.200 abitanti, provincia di Macerata); Elva (100 abitanti in provincia di Cuneo); Faeto (700 abitanti, provincia di Foggia); Cencenighe Agordino (1.300 abitanti, provincia di Belluno) e San Luca (4.000 abitanti, provincia di Reggio Calabria). William Faè, 44 anni, impiegato e sindaco uscente di Cencenighe Agordino durante il suo mandato ha guadagnato 490 euro al mese. Ne avrebbe potuti guadagnare 900 lordi, ma prendendosi un’aspettativa dal lavoro, possibilità giudicata semplicemente economicamente non sostenibile. Eletto nel 2012 con 818 voti, ha potuto permettersi di portare a termine il suo mandato soltanto grazie all’aiuto del vicesindaco che, essendo già in pensione, ha avuto molto tempo da dedicare agli innumerevoli problemi che l’amministrazione di un Comune, seppur di piccole dimensioni, comporta. Faè racconta di aver proposto senza successo persino al capo dell’opposizione di presentarsi al posto suo. Nè ha voluto presentarsi nessun giovane del paese visto che, grazie allo stabilimento della Luxottica di Agordo, in quelle zone la disoccupazione è un problema fortunatamente sconosciuto. Anche il sindaco uscente di Penna San Giovanni, Giuseppe Mancinelli, ha provato a trovare un suo successore e, resosi conto a pochi giorni dal termine per la presentazione delle liste che nessuno era intenzionato a candidarsi, ha cercato di presentare una lista in fretta e furia, ma non ha trovato un numero sufficiente di persone disposte ad entrare in Consiglio comunale. Stesso discorso per Laura Lacopo, sindaco uscente di Elva eletto con 55 voti, che ha deciso di non ricandidarsi sebbene nessun successore si sia fatto avanti per prendere il suo posto. Idem per Antonio Melillo, primo cittadino di Faeto in scadenza: «Ho dato cinque anni della mia vita per questo paese, non posso essere di nuovo io il salvatore della patria». San Luca, cittadina ai piedi dell’Aspromonte, è invece purtroppo tristemente famosa per essere al centro di una omonima faida, che vede contrapposte le famiglie ‘ndranghetiste dei Nirta-Strangio e dei Pelle-Vottari e che culminò, nel 2007, nella strage di Duisburg (sei morti ammazzati) in Germania. Il Comune è commissariato dal 2013. Nel 2015 l’unica lista presentatasi alle elezioni - “Liberi di ricominciare” - non riuscì ad ottenere un numero sufficiente di voti per superare il quorum previsto dalla legge in questi casi. Poi, sia lo scorso anno che questo, nessuno si è più fatto avanti. Ma forse, in questo caso, non è soltanto la bassa paga a spaventare i possibili candidati.

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