La Rivista del Sindaco


AL VIA LA SEMPLIFICAZIONE DEL CODICE DEGLI APPALTI

Modelli di Gestione
di La Posta del Sindaco
17 Aprile 2017

l Cdm ha dato il via libero alla riforma-bis del Codice con la modifica di 131 articoli su 220

Le modifiche al Codice degli appalti contenute nel provvedimento approvato ieri dal Governo riguardano ben 131 dei 220 articoli di cui è composto il testo legislativo e, di fatto, rappresentano un vero e proprio secondo atto della riforma avviata un anno fa. Vengono introdotti aiuti alle piccole e medie imprese, una norma per salvare i progetti che erano rimasti “incagliati” a causa dell’entrata in vigore del nuovo Codice, la semplificazione dei requisiti necessari alla qualificazione per migliaia di costruttori alle prese con la crisi, compensi certi per i progettisti. Una delle novità più attese, soprattutto dai Comuni e in particolare da quelli di minori dimensioni, che diventerà operativa da subito, riguarda l’accelerazione delle fasi di gara per appaltare piccoli interventi sotto i due milioni. Insomma - riassume il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Mauro Salerno nell’articolo odierno “Appalti semplificati per ripartire” - “Dopo la ‘moralizzazione’ è arrivato il tempo della spinta agli investimenti, provando a fare piazza pulita delle strozzature che hanno indotto le amministrazioni a tenere nei cassetti i bandi di gara. Senza però rinunciare ai presidi di trasparenza”. Sulla portata delle novità introdotte dal provvedimento, segnaliamo un’analisi apparsa sempre sul “Sole” di oggi. “Il segnale soft che serve per accelerare regole e lavori” (di Giorgio Santilli su “Il Sole 24 Ore” del 14 aprile 2017) Le modifiche fatte sono il giusto segnale che serviva, perché malgrado gli sforzi messi in campo dal Governo nell’ultimo anno - in termini di nuove regole, di una programmazione più ordinata e selettiva, di maggiori risorse messe a disposizione e di eliminazione dei vincoli posti dal patto di stabilità e di semplificazione delle procedure - non ci sono stati gli effetti che tutti speravano in termini di maggiore spesa per investimenti, di opere realizzate e di maggiori servizi a disposizione. Secondo Santilli, l’opinione diffusa che individua la principale responsabilità della mancata ripresa nelle novità - e nelle “complicazioni” - introdotte dal nuovo Codice degli appalti entrato in vigore nell’aprile dello scorso anno, è sbagliata. Anche se è vero però che un effetto negativo, in termini di una minore quantità di lavori messi a gara, ci sarebbe stato a causa di un passaggio troppo brusco tra vecchio e nuovo regime. Del resto la rottura rispetto al precedente sistema c’è stata, le nuove regole sono andate a risolvere problemi stratificatisi per decenni, ed è stato quindi un’ingenuità aspettarsi che tutto potesse funzionare senza intoppi da un giorno all’altro. Nello stesso tempo però, a giudizio del giornalista, quel 4,4% in meno di spesa per investimenti pubblici del 2016 non può in alcun modo essere attribuito alle novità introdotte dal Codice per gli appalti, perché gli effetti di queste sono di medio-lungo periodo. Le gare bandite secondo le nuove regole diventeranno infatti spesa effettiva soltanto dopo 12, 18 o 24 mesi. Giusto comunque intervenire per evitare effetti negativi nei mesi di là da venire. Perché ci possano essere una vera ripresa - scrive Santilli - servono continuità nella politica per gli investimenti e regole stabili ed efficaci. E’ da apprezzare il fatto che il Governo, e in particolare il ministro Delrio, abbia scelto di evitare il braccio di ferro con il settore (stazioni appaltanti, imprese, professionisti) a favore invece di un accompagnamento più graduale verso il nuovo complesso di regole. Sono rimasti fermi i principi-chiave della nuova normativa - la riduzione del numero delle stazioni appaltanti; l’introduzione del dibattito pubblico nel campo delle opere pubbliche; l’avvio di un sistema di rating delle imprese; il coinvolgimento dell’Autorità anti-corruzione di Cantone - coniugati però dagli elementi di flessibilità e semplificazione introdotti dalle modifiche apportate ieri. Un approccio più “soft” che può allargare il consenso verso il nuovo sistema. «L’auspicio è che il segnale di ieri - come il colpo di pistola dello starter - rimetta in moto quello che si è fermato e aiuti tutti i soggetti di buona volontà a correre e crescere», chiosa Giorgio Santilli.

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