La Rivista del Sindaco


PROVINCE: PIÙ RISORSE, MA NESSUN RITORNO AL PASSATO

Le Nuove Province
di La Posta del Sindaco
03 Marzo 2017

Intervista al sindaco di Pesaro, vicepresidente Anci e responsabile EELL del Pd

Riforme, non si torna indietro (di Francesco Cerisano su “Italia Oggi” del 3 marzo 2017) 
L’intervista del quotidiano Italia Oggi a Matteo Ricci - sindaco di Pesaro, vicepresidente dell’Anci e responsabile Enti locali del Partito democratico - verte sul decreto legge che il Governo dovrebbe licenziare nelle prossime settimane anche per porre rimedio ad alcuni nodi lasciati irrisolti - dai fondi alle Province allo sblocco del turnover - sia dalla legge Finanziaria che dal “Milleproroghe”.  Sulla questione Province e sulla loro mancata prevista abolizione in conseguenza dell’esito del voto referendario, Matteo Ricci assicura che non c’è alcuna possibilità di ripensamento e di un ritorno ad una restaurazione dei vecchi Enti. Resteranno amministrazioni di secondo livello, luoghi istituzionali di collaborazione tra i sindaci, ma ai quali bisognerà garantire risorse economiche adeguate per gestire le funzioni fondamentali che continueranno a rivestire. In questo senso sono sicuramente da valutare positivamente i 900 milioni stanziati dalla legge di bilancio, perché consentono di chiudere i bilanci, ma non possono bastare a garantire la cassa per la gestione ordinaria: è quindi indispensabile che nel prossimo decreto sugli Enti locali vengano previste ulteriori risorse. Per quanto riguarda l’associazionismo comunale, si ripartirà dalla riforma condivisa da Governo, Anci ed Upi e che era rimasta in stand by in attesa del referendum. Verrà quindi confermato l’impianto che prevede la creazione dei bacini omogenei e l’obbligo di associare almeno tre funzioni, che saranno però scelte dai piccoli Comuni in completa autonomia. Verrano inoltre previsti degli incentivi, sia di ordine finanziario sia in termini di maggiore flessibilità sul turnover del personale e sugli investimenti, per chi sceglierà di gestire in maniera associata più di tre funzioni. Le fusioni, infine, continueranno ad essere incentivate ma resteranno facoltative, non ci sarà alcun obbligo. Questa - sottolinea Ricci probabilmente per fugare dubbi su iniziative di senso contrario prese da suoi stessi colleghi di partito (vedi la proposta di legge Capone sulle fusioni dei piccoli Comuni stabilite a tavolino dalle Regioni) - resta l’unica proposta in campo sostenuta dal Partito democratico. Quanto ai tempi previsti per il decreto legge sugli Enti locali, il sindaco sottolinea la convergenza di posizioni pressoché totale tra Governo e Anci, che dovrebbe quindi far pensare a tempi brevi e alla possibilità che alcune norme di tipo ordinamentale possano già essere inserite nel provvedimento, rimandando invece il completamento della riforma a successivi interventi legislativi. Su questo ultimo punto, Ricci riconosce come l’inserimento di norme ordinamentali in un decreto legge possa legittimamente comportare qualche “malumore istituzionale”, ma sottolinea anche il fatto che ci sarebbero ragioni di urgenza a giustificarlo. Ad esempio, sarebbe a suo avviso opportuno intervenire - anche per evitare la spada di Damocle della Consulta - sulle vecchie norme del decreto Calderoli che rendono forzoso il processo di aggregazione dei Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti.

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