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“RESTO AL SUD”, 1,25 MILIARDI DI EURO PER L’IMPRESA GIOVANILE NEL MEZZOGIORNO

Domande a partire dal 15 gennaio e senza scadenza. Già dieci i Comuni accreditati per fornire servizi di consulenza e assistenza
Qualità della PA
di La Posta del Sindaco
01 Febbraio 2018
Secondo i dati diffusi da Unioncamere-Infocamere, nel 2017 nei registri delle Camere di commercio si sono iscritte 46.000 imprese in più, con una crescita dello 0,7% rispetto al 2016. Il 60% di questo aumento ha riguardato le imprese del Sud, un risultato record nella storia nazionale. Ed è anche per consolidare e incrementare questo risultato che il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno ha proposto “Resto al Sud”. Un’iniziativa per incentivare l’imprenditoria giovanile nelle otto regioni – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – del Meridione d’Italia con un finanziamento complessivo di 1,25 miliardi di euro. Lo scopo è anche quello, dichiarato fin nel nome del programma, di riuscire ad invertire almeno in parte il fenomeno dell’emigrazione forzata dei giovani, costretti dalla mancanza di occasioni lavorative a lasciare la loro terra.
 
Il finanziamento si rivolge a giovani compresi tra i 18 e i 35 anni residenti in una delle otto Regioni del Mezzogiorno (o che vi si trasferiscano a seguito della comunicazione di esito positivo del progetto), che non abbiano un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento e che non siano già titolari di altre imprese. Può essere finanziato l’avvio di una molteplicità di attività di produzione di beni e servizi, con l’esclusione di quelle libere professionali e del commercio. Ogni soggetto richiedente può ricevere un finanziamento massimo di 50 mila euro, ma se la richiesta arriva da più persone può essere finanziabile fino a 200 mila euro. Il 35% del finanziamento ricevuto è a fondo perduto, mentre il restante 65% è finanziato dalle banche e garantito dallo Stato, quindi non occorre fornire particolari garanzie per ottenerlo. La restituzione del prestito bancario dovrà avvenire entro 8 anni. Tra i molti interventi ammessi al finanziamento, non lo sono però le spese di progettazione, le consulenze e quelle relative al costo del personale dipendente.
 
Secondo Invitalia, che è il soggetto incaricato di gestire il programma, tutte le proposte che arriveranno saranno esaminate seguendo rigorosamente l’ordine cronologico e saranno ammesse al finanziamento soltanto quelle in regola con i requisiti previsti dalla legge e che contengano un progetto di impresa valido e sostenibile. «Il tutto avverrà in maniera trasparente e con procedure completamente digitalizzate – assicura l’ad di Invitalia Domenico Arcuri, che conclude – la dotazione finanziaria particolarmente ampia, ci consentirà di sostenere un numero molto elevato di nuove imprese».
 
Le amministrazioni pubbliche, le università, le associazioni o gli enti del terzo settore potranno inoltre fornire servizi di consulenza e di assistenza nella predisposizione dei progetti imprenditoriali. Tali soggetti dovranno prima accreditarsi accettando di rispettare un disciplinare che, tra le altre cose, prevede che assistenza e consulenza vengano forniti nel pieno rispetto dei principi di gratuità, trasparenza, terzietà e imparzialità. Un’occasione per i Comuni che vogliono concretamente contribuire alla crescita dell’imprenditoria giovanile nei loro territori e, infatti, sono già 10 ad essersi accreditati: 5 in Campania, 2 in Sicilia e 1 ciascuno in Abruzzo, Basilicata e Calabria. Mentre in Sardegna, al momento, è stata l’agenzia regionale per le politiche attive del lavoro ad essersi accreditata.

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