Tra le varie regolamentazioni toccate dalla riforma Madia, si trova anche il codice disciplinare riguardante il "diritto" all'incarico dei dirigenti, che ora possono essere multati per un mancato controllo sulla sicurezza e sui divieti di fumo in ufficio (fino a 500 euro) e subire una sanzione per assenze ingiustificate che può comportare il licenziamento. Dopo una lunga pausa, il nuovo governo ha fatto anche ripartire la trattativa (riguardante il triennio 2016-2018) sul rinnovo del contratto dei dirigenti di ministeri e agenzie fiscali fra l'Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (o Aran) e i sindacati.
La ministra Giulia Bongiorno sta avviando delle linee programmatiche riguardo il funzionamento della Pubblica Amministrazione, dichiarando: "Sono al lavoro per alcune correzioni della disciplina legislativa che riguarderanno la valorizzazione del merito anche attraverso un efficace sistema di valutazione delle performance." Le novità proposte dalla ministra rischiano di avere un brutto incrocio con la trattativa in atto, portando la questione a un facile riscaldamento.
La proposta della parte normativa è giunta al tavolo per prima, anche in virtù del fatto che è il comparto delle Funzioni centrali a demarcare la linea anche per gli altri settori della PA. Tramite la proposta si vogliono estendere i temi chiavi delle regole disciplinari della riforma Madia ai dirigenti. Ed ecco apparire le ipotesi di possibili licenziamenti se si sono verificate ingiustificate assenze collettive nei periodi in cui la continuità di servizio deve essere garantita; una normativa nata sull'onda del caso di Capodanno riguardante le assenze dei vigili di Roma e quindi, inizialmente, non facente parte dei comparti dirigenziali.
Sanzione di licenziamento dalla PA, anche per dirigenti che tollerano irregolarità di servizio da parte del personale degli uffici, o sia colto a perpetrare ripetute molestie a carattere sessuale. Le sanzioni create appositamente per i dirigenti riguardano in particolar modo quelle sui mancati controlli. Si parla di multe tra i 200 e i 500 euro, per una mancata vigilanza sulla sicurezza negli ambienti di lavoro e per chi non far rispettare il divieto di fumo negli uffici.
Rispetto agli incarichi, troviamo un'importante novità riscontrata nell'atto di indirizzo inviato a maggio da Palazzo Vidoni all'Aran: il voler limitare il ricorso all'outsourcing; favorito da una serie di interpelli aperti a tutte le amministrazione dell'area e dall'obbligo, per un dirigente, di partecipare a un numero minimo di selezioni nel periodo rimasto senza incarico. Il documento affronta la questione solo evocando il diritto all'incarico per il dirigente di ruolo, senza approfondire molto. Già il decreto sulla dirigenza scritto per attuare al delega sulla PA aveva affrontato questo aspetto, per poi essere bloccato sul finale, per gli effetti collaterali della sentenza costituzionale. Ci si aspetta quindi che la trattativa chiarisca meglio questi punti, quando entrerà nel vivo, già dalle prossime settimane, anche se si teme una dilazione fino all'autunno.
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