Il premier Conte ha firmato il Dpcm, che passerà alla cabina di regia Strategia Italia a Palazzo Chigi il "raccordo politico, strategico e funzionale" degli investimenti pubblici, come già previsto dal decreto Genova. La composizione, da quanto si conosceva dalle indicazioni del decreto emergenze, ha subito lievi modifiche: il capo del governo o il sottosegretario alla presidenza del Consiglio restano la figure al comando di Strategia Italia, presieduta anche dai ministri dell'Economia, delle Infrastrutture e dell'Ambiente, dai presidenti della Conferenza delle Regioni, di Unione delle Province e dell'Associazione nazionale dei Comuni, a cui si vanno ad aggiungere i titolari del Sud e degli Affari regionali. In base alle materie trattate, di volta in volta potranno aggiungersi altri ministri.
Tutte le figure sopracitate andranno a occuparsi di interagire con i rappresentanti degli enti locali, con il supporto della segreteria tecnica istituita presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, da Palazzo Chigi. Il testo Dpcm è stilato in quattro articoli, che spiegano come il principale obiettivo di Strategia Italia sia la "valorizzazione delle politiche pubbliche finalizzate a verificare lo stati di attuazione, anche per il tramite delle risultanze del monitoraggio delle opere pubbliche di piani e programmi di investimento infrastrutturale, e ad adottare le iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi." Allo stesso tempo dovrà "verificare lo stato di attuazione degli interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, ivi compresa la loro valorizzazione, situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica e volte a prospettare possibili rimedi."
Le attività che si andranno a svolgere saranno quindi incentrate sulla verifica, in due parti:
- svolgere controllo sullo stato di attuazione dei programmi infrastrutturali avviati dagli enti locali, in modo da poter avere chiare le cause di eventuali ritardi o problemi, per poi aiutare a trovare le migliori soluzioni;
- verificare gli interventi sul territorio, portando all'individuazione di strumenti straordinari, operativi e finanziari necessari per attuarli.
In questo modo il ruolo coperto permette di avere ampi poteri, tra cui la possibilità di indicare la destinazione più opportuna per i finanziamenti disponibili, anche in rapporto allo stato di avanzamento degli impieghi delle risorse. Tramite questo monitoraggio e grazie all'attività di Investitalia, struttura sempre soggetta alla direzione del premier, il compito di Strategia Italia sarà quindi di provvedere all'adottamento delle "misure necessarie al fine di rendere efficace e tempestiva l'azione di coordinamento". Mentre Investitalia va a gravare sulla pubblica finanza, Strategia Italia non dovrebbe richiedere oneri fissi, anche se potrà avvalersi di figure professionali specifiche, utili alla funzione del Dipartimento.
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