Poco meno di 3 milioni di euro verranno assegnati quest’anno per la tutela e valorizzazione delle lingue minoritarie del nostro Paese. La suddivisione delle risorse è stata stabilita qualche giorno fa dal Ministero delle Autonomie e degli Affari Regionali, facendo seguito al bando rilasciato lo scorso gennaio.
Questi contributi hanno lo scopo di permettere agli uffici della Pubblica Amministrazione di fornire garanzia relativa alla presenza di personale in grado di parlare ed interagire con i cittadini anche attraverso l’utilizzo delle lingue minoritarie. Questo è uno dei motivi principali per cui è stata approvata venti anni fa la legge 482 del 15 dicembre 1999, nata con lo scopo di proteggere e tutelare le minoranze linguistiche, difatti la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Dipartimento per gli affari regionali hanno creato un Fondo Nazionale per tali motivazioni e per ottemperare a quanto detto dall’articolo 6 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Attualmente sono riconosciute nella legge sopracitata, ben 12 comunità linguistiche diverse, tra cui: francesi, catalani, francoprovenzali, ladini, occitani, sloveni, sardi, albanesi, croati e germanici, rappresentate da più di 2 milioni di abitanti all’interno 14 Regioni e 1.171 Comuni.
Le risorse messe a disposizione, come previsto dalla L. 482/1999, sono distribuite tra Stato e Autonomie Locali che partecipano al bando, dedicando ben 2,9 milioni di euro ai Comuni, ad esempio, a Friuli Venezia Giulia e Sardegna spettano rispettivamente 500mila e 700mila euro.
Sono 53 le domande totali presentate al bando di gennaio, 48 di queste arrivano da Enti Locali di tutta Italia, costituendo un totale di 103 progetti. Tutte le ripartizioni sono indicate nel documento allegato.
Tale bando ha anche accolto il consenso di numerosi soggetti coinvolti nella tutela di queste lingue, tra tutti Marco Bussone, Presidente dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) il quale ha dichiarato che “Questo è un bando importantissimo per i nostri paesi, per i nostri territori. Ringrazio il Ministro Erika Stefani per l’impegno e per aver dato seguito a quanto disposto dalla norma, che compie vent’anni. Abbiamo molto da fare per tutelare e rilanciare la biodiversità linguistica del Paese. Le lingue non sono solo ‘minoritarie’ bensì ‘madri’, cuore pulsante culturale dei nostri territori alpini e appenninici. Due fronti principali del lavoro da fare nei prossimi anni, dopo i primi due decenni della 482. Dobbiamo lavorare sulle scuole, sulla formazione in classe delle nuove generazioni, e sui media. Secondo, c’è pochissimo spazio sulla tv pubblica per le lingue madri. Troppo poco, niente. Nel nuovo contratto di servizio serve un’adeguata valorizzazione e promozione. C’è in ballo il futuro di un bagaglio storico che nessun altro Paese del mondo ha e conosce”.
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