La Rivista del Sindaco


REGIONI ED ENTI LOCALI NELLO SCENARIO DELL’AUTONOMIA “POTENZIATA”

Finanza Locale
di La Posta del Sindaco
16 Ottobre 2017

Un profilo del governo locale nelle tre regioni - Lombardia, Veneto e Sicilia - nelle quali si vota a breve: nelle prime due per raccogliere orientamenti dell'elettorato su proposte di potenziamento dell'autonomia regionale; in Sicilia per il rinnovo del governo regionale

La prossima tornata elettorale coinvolgerà – il 22 ottobre - gli elettori di Lombardia e Veneto sul tema del rafforzamento della autonomia dei rispettivi governi regionali, e quelli siciliani – il 5 novembre - per il rinnovo del governo della Regione Sicilia.Cogliendo l’occasione della specificità dei referendum di Lombardia e Veneto, c’è da chiedersi quanto sia rilevante, ai fini del voto che verrà espresso, al di là del merito dei quesiti referendari, il giudizio complessivo degli elettori sulla qualità e i risultati non tanto del governo regionale quanto di quello locale, in altri termini: dell’operato dei Comuni di quelle regioni.Governi regionali e governi locali potrebbero cooperare diversamente, vale a dire in modo più rispondente ai fabbisogni dei territori amministrati? Piaccia o non piaccia agli Amministratori coinvolti, la qualità del governo complessivo di un territorio regionale è la risultante non tanto della sola azione dell’ente “Regione”, ma di una cultura e di stili amministrativi complessivi che si sono formati negli anni (a prescindere dal colore delle Amministrazioni) e che finiscono inevitabilmente per caratterizzare, su un territorio regionale, sia l’operato degli apparati regionali che quello degli Enti locali.Su questo tema intende soffermarsi il presente lavoro, basato soprattutto sulla rilevazione e sulla analisi dei bilanci dei Comuni.
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La qualità e la tempestività con cui vengono messi in circolo dalle istituzioni preposte (MEF/SIOPE, Ministero dell’Interno) i dati sulla finanza di Enti locali e Regioni vanno iscritte sul registro delle innovazioni “vere” introdotte nella Pubblica Amministrazione negli ultimi anni.Il merito va in primis alla UE che, negli anni scorsi, ha ripetutamente sollecitato l’Italia a presentare conti in ordine, leggibili e confrontabili; poi alla gestione dei provvedimenti che nel 2016 hanno consentito, dopo alcuni anni di sperimentazione, l’introduzione definitiva, da parte delle Regioni ed Enti locali, del cosiddetto “bilancio armonizzato”, in attuazione di una specifica norma del 2011; e poi alla serietà con la quale Comuni e Regioni stanno dando attuazione alla norma. Attuazione che – va detto per inciso - non richiede solo l’adeguamento dei sistemi contabili, ma anche e soprattutto, delle competenze necessarie per assicurare un governo qualificato delle variabili economico-finanziarie.
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Questo lavoro è la continuazione, a distanza di poche settimane, di una ricerca sul grado di attendibilità delle previsioni dei flussi finanziari fatte dai Comuni nei loro documenti programmatici ed, in particolare, nei bilanci di previsione. Tali previsioni, relative al 2016, anno di introduzione del bilancio armonizzato, sono state messe a confronto con il rendiconto, per ciascun Comune, rilevato da SIOPE, il sistema di monitoraggio delle operazioni finanziarie cogestito da MEF e Bankitalia.Un lavoro apparentemente banale, ma senza evidenze che fosse già stato fatto in precedenza: Comune per Comune sono stati messe a confronto le Entrate per cassa previste nel Bilancio di previsione 2016 (documento di grande rilevanza istituzionale ed “autorizzatoria” per poter procedere all’impegno finanziario) con i singoli rendiconti forniti da SIOPE.In virtù delle risultanze emerse nel lavoro citato, i 7.500 Comuni esaminati sono stati ripartiti in quatto distinti gruppi in ragione della qualità (intesa come grado di sovrapponibilità con i dati consuntivi di SIOPE) delle loro previsioni di Entrate:
  • i Comuni CAUTI, che hanno previsto meno di quanto non abbiano effettivamente incassato, con uno scarto negativo superiore al 5%;
  • i Comuni AFFIDABILI, che hanno fatto una previsione che si colloca in un intervallo di scostamento compreso tra -5% e il 10%;
  • i Comuni PROBLEMATICI, quelli con una previsione in eccesso rispetto ai risultati emersi in una misura che va dal 10% al 25%;
  • i Comuni INAFFIDABILI, ovvero quelli che hanno messo nero su bianco previsioni superiori al 25% delle Entrate effettivamente prodottesi.
 
 Nicola Melideo


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