PERSO UN EURO DI IMU OGNI QUATTRO

Imu, spariti 5 mld di € (di Valerio Stroppa su “Italia Oggi” del 4 ottobre 2017)
Perso dai Comuni un euro su ogni quattro di Imu “teorica”, ovvero in caso, tutto ipotetico, di perfetta fedeltà fiscale. In totale, per il 2015 (ultimo anno con i dati disponibili), fanno circa 5,2 miliardi di euro con un trend in leggera decrescita: è stato il 26,9% dell’imponibile totale contro il 27,3% dell’anno precedente. Questo è quanto risultato dalla relazione sull’economia non osservata predisposta dal Governo in sede di aggiornamento del Def 2017. Viene preso in considerazione dallo studio il “tax gap Imu”, ovvero la differenza tra il gettito virtualmente “perfetto” e quanto realmente riscosso dai Comuni. Si tratta - spiega l’articolo - di una grandezza più ampia del concetto di evasione fiscale in quanto prende in considerazione pure gli errori dichiarativi commessi dai contribuenti e i mancati versamenti, ossia le imposte denunciate ma non pagate. Inoltre, secondo i tecnici del ministero, l’Imu sarebbe una tassa con alcuni caratteri di peculiarità e, più in generale, la tassazione immobiliare è, per varie ragioni, “maggiormente soggetta a forme fisiologiche di bassa propensione all’adempimento dei contribuenti”. E quindi una disobbedienza così elevata si spiegherebbe anche con una “mancata percezione da parte dei contribuenti non residenti delle quote di proprietà degli immobili diversi dall’abitazione principale”, così come con il perdurante disallineamento tra quanto risulta agli archivi catastali e l’effettivo patrimonio immobiliare, con le rendite non aggiornate e i “buchi” presenti nelle banche dati che censiscono i fabbricati.  Se la media nazionale del tasso di evasione è pari - per il 2015 - al 26,9%, ci sono alcune regioni in cui la perdita di gettito è maggiore (tra queste si distinguono la Calabria con il 41,5%, la Campania con il 38,4%, il Lazio con il 35,5% e la Basilicata con il 34,1%) e alcune in cui è minore (in ordine di “virtuosità” spicca la Valle d’Aosta con il 12,9%, l’Emilia Romagna con il 17,8%, la Liguria con il 19% e la Lombardia con il 21,1%). Il Mef traccia anche una correlazione significativa tra andamento del tax gap e popolosità delle aree interessate: più le città sono grandi, più la percentuale sale. Quindi se il tax gap risulta al 14,1% del gettito teorico nei Comuni con meno di 500 abitanti, si innalza poi gradatamente con l’aumentare della dimensione demografica.